Migranti

Anpi ribadisce il "No" al CPR: "Violazione dei diritti umani"

L'associazione dei partigiani chiede di valutare soluzioni alternative che non siano i centri di permanenza per il rimpatrio

Anpi ribadisce il "No" al CPR: "Violazione dei diritti umani"
Pubblicato:

Con una nota stampa firmata dalla presidente Amelia Narciso, l'Associazione Nazionale Partigiani D'Italia (Anpi) riafferma con convinzione il no al CPR (Centro di permanenza per il rimpatrio) nel Golfo Dianese, citando l'articolo 10 della costituzione che garantisce asilo politico ai cittadini stranieri nel cui paese di origine non sono garantite le stesse libertà costituzionali italiane. Oltretutto annuncia la partecipazione alla manifestazione contro l'iniziativa prevista a Diano Marina per sabato 28 giugno.

 

Il "No" di Anpi al CPR

«Ribadiamo -si legge nella nota - la nostra assoluta contrarietà all’apertura dei CPR, perché i Centri di Permanenza per il Rimpatrio continuano a essere dei non-luoghi in cui avvengono gravi violazioni dei diritti umani ai danni delle persone straniere che vengono trattenute tra scarsa trasparenza, diritto all’assistenza legale negato e assistenza sanitaria quasi del tutto assente; è necessario un totale superamento di questo sistema non solo inutile e costoso, ma che soprattutto contribuisce all’annullamento della dignità, oltre che della salute fisica e mentale, delle persone che continuano a esservi sistematicamente rinchiuse per quella che dovrebbe essere una detenzione amministrativa, ma diventa reclusione arbitraria, con violenze sistemiche e violazioni dei diritti fondamentali».

 

«'È necessario arrivare a una chiusura definitiva di queste strutture e promuovere alternative umane e sostenibili alla detenzione amministrativa' hanno affermato le organizzazioni che aderiscono al Tavolo asilo e immigrazione in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani - affermano dall'Anpi-  Anche il Tavolo, formato da rappresentanti politici e di oltre 40 organizzazioni della società civile, ha presentato a Roma un rapporto sul tema, dal titolo \"Cpr d’Italia: porre fine all’aberrazione\". Nel documento le diverse realtà hanno denunciato le 'condizioni aberranti che caratterizzano questi centri, consolidatisi nel tempo come una grave violazione etica, giuridica e politica' Riteniamo pertanto che si debbano adottare e valutare soluzioni differenti e differenti scelte politiche da quelle attuali, che portano con sé una inaccettabile forma di razzismo istituzionale con tutto quello che ne consegue» 

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali
Necrologie