Mollano la carriera in Svizzera per aprire un B&B a Bajardo
Andreas aveva una grande azienda, tra le più grandi elvetiche, di marketing mentre Heidi ha sempre operato nel settore delle risorse umane

Andreas aveva una grande azienda, tra le più grandi elvetiche, di marketing mentre Heidi ha sempre operato nel settore delle risorse umane
La storia di Heidi e Andreas che hanno ricominciato la loro vita a 50 anni a Bajardo
Almeno una volta nella vita, nei momenti di peggiore stress, chiunque ha pensato «mollo tutto e cambio vita». Magari in un luogo pittoresco, dal chiringuito sulla spiaggia in qualche paradiso tropicale al B&B in località dove la vita scorre più placida. È quest’ultimo il caso di Heidi e Andreas, entrambi 50enni, tedeschi, ma residenti in Svizzera che hanno deciso di abbandonare la loro vita frenetica e dedicarsi a un costoso progetto nel cuore di Bajardo, il borgo nell’Alta Valle Armea nell’entroterra di Sanremo. Li abbiamo raggiunti per farci spiegare i particolari, anche della totale scelta di vita.
In che cosa consiste il progetto che avete in mente?
«È da tre anni che abbiamo acquistato (da un privato prima la struttura era stata già destinata all’uso ricettivo e aveva anche ospitato, negli anni scorsi, dei migranti, ndr) il Castel’Lo di Bajardo. Il nostro programma prevede il rifacimento di tutta la struttura, che abbiamo completato in gran parte, manca solo la parte sottostante, la pulizia, il rifacimento del giardino e della vasta terrazza di 70mq affacciata sulla Valle Armea con una vista mozzafiato e che purtroppo era in completo stato di abbandono. La nostra idea è quella di aprire un Bed & breakfast e organizzare eventi, siano privati, come i matrimoni, o del comune di Bajardo».
Prima trattiamo le questioni tecniche... quanto costa realizzare un sogno e quanto tempo ci vuole?
«Nel progetto abbiamo investito 600mila euro, un regalo molto generoso a Bajardo, che è un posto del cuore. Volevamo già aprire questa stagione, ma il costo dei lavori è lievitato al punto che dovremmo tornare in Svizzera, lavorare ancora un anno per guadagnare i soldi e tornare a terminare l’opera. Apriremo nel 2026».
Come mai Bajardo e come mai questa scelta?
«Partiamo dalla prima domanda: perché ci siamo innamorati del paesino che abbiamo scoperto facendo diverse escursioni da Sanremo, dove abbiamo un appartamento. Tre anni fa abbiamo visto questa struttura, abbandonata a se stessa e non abbiamo più resistito. In Svizzera avevamo il lusso e la sicurezza economica, ma io e mio marito eravamo prossimi al burnout, la vita frenetica che facevamo, sempre dietro ai soldi, ci stava rendendo profondamente infelici. Quindi abbiamo venduto praticamente tutto per lanciarci in questo progetto e trovare la pace. Questa è una storia con un bel messaggio: a volte bisogna assecondare i propri sogni e ricercare la propria felicità. Anche all’azzardo, perché per noi questa avventura è un rischio: non abbiamo la certezza che il nostro B&B funzionerà».
Che lavoro facevate (o fate) in Svizzera?
«Mio marito aveva una grande azienda, tra le più grandi elvetiche, di marketing. Io ho sempre operato nel settore delle risorse umane».
Un bel cambiamento...
«Decisamente, una vita più tranquilla in un posto che amiamo. Sarà un’avventura, perché abbiamo anche tre figli. Siamo una famiglia “patchwork”, mio marito ha due figlie, una è già grande e studia e resterà in Svizzera con la mamma. L’altra seguirà, invece, il papà. E con mio figlio sarà una questione complessa, perché dovrebbe iniziare ad andare a scuola, ma per il momento non parla una parola di Italiano (ride)».
Nei giorni scorsi, con la collaborazione degli abitanti del borgo, si è tenuto una sorta di «Open Day» per mostrare ai residenti e ai turisti il nuovo albergo, praticamente ultimato, con uno stile moderno ma, come dicono Heidi e Andreas, non troppo. Alla giornata ha partecipato anche il sindaco di Bajardo, Remo Moraglia. nella serata di giovedì 14 agosto, invece, nuovo “porte aperte” ma con un vento musicale e serata danzante abbinati.
Davide Izetta