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Camporosso candida con i barbagiuai la cucina italiana Patrimonio dell’Unesco

"La nostra partecipazione ci inserisce in un progetto studiato su ampia scala, che darà visibilità alle nostre tradizioni culinarie"

Camporosso candida con i barbagiuai la cucina italiana Patrimonio dell’Unesco

Anche Camporosso partecipa alla promozione nazionale a sostegno della candidatura della cucina italiana a Patrimonio dell’Unesco. L’evento è atteso per domenica 21 settembre, e si terrà in simultanea con molti altri Comuni italiani.

Il tutto in attesa della candidatura che sarà in votazione

il prossimo dicembre in India, a Nuova Delhi. “La nostra partecipazione ci inserisce in un progetto studiato su ampia scala – commenta l’assessore Rosella Gastaldo, di Camporosso – che darà visibilità e risonanza alle nostre tradizioni culinarie, permettendoci di promuovere, anche a livello nazionale, uno dei nostri piatti tra i più tradizionali e amati”.

Il prodotto tipico che Camporosso presenterà all’evento

patrocinato dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Agricoltura e delle Politiche Alimentari, è frutto di una lunga tradizione locale e che, soprattutto, da sessantatré anni è il protagonista di una delle sagre più rappresentative della nostra città. “Stiamo parlando del piatto più camporossino tra tutti – prosegue – i saporiti barbagiuai, preparati un tempo dalle nostre nonne, ma oggi realizzati anche dai più giovani. I volontari dell’associazione antincendio e protezione civile di Camporosso, che sono a tutti gli effetti i protagonisti attivi della nostra famosa sagra, possono contare infatti, per la preparazione, anche su mani giovani e molto abili”.

I barbagiuai (che tradotto in italiano vuol dire “zio Giovanni”) consistono in fagottini di pasta, simili a ravioli fritti, riempiti con i prodotti più svariati della terra; da noi e nelle zone limitrofe viene usata come ingrediente prevalente la zucca tritata, cotta e ben spremuta per eliminarne i liquidi in eccesso e renderla quasi vellutata.

La polpa ottenuta viene successivamente amalgamata col riso

insaporita da erbe locali, con aggiunta di formaggio parmigiano e pecorino, così da controbilanciare la dolcezza del ripieno di base. Le ricette possono però variare a seconda delle stagioni e della disponibilità dei prodotti e non è raro poter dunque trovare gustosissime varianti anche di bietola, spinaci, fagioli e addirittura di finocchio selvatico. La presentazione del piatto inizierà ufficialmente alle 12.30, per le foto e le riprese necessarie, e continuerà poi, come da tradizione, dalle 14.30 con la degustazione vera e propria, in compagnia della bellissima musica occitana, a cura di uno dei gruppi più attesi della nostra stagione estiva: I Lou Pitakass.

F.T.