PROGETOT DA 4 MILIARDI

Piace l’ipotesi del metrò che collega l’aeroporto di Nizza a Ventimiglia, ma sarà realizzabile?

L’obiettivo è risolvere un problema che pesa ogni giorno su migliaia di pendolari: strade congestionate e treni sovraffollati

Piace l’ipotesi del metrò che collega l’aeroporto di Nizza a Ventimiglia, ma sarà realizzabile?

Torna in primo piano un’idea tanto ambiziosa quanto necessaria ovvero un metrò transfrontaliero, che collega l’aeroporto di Nizza a Ventimiglia, passando per Monaco.

Il progetto, dal costo stimato di 4 miliardi di euro

è stato rilanciato dalla Fédération des Entreprises Monégasques (Fedem), con a capo Philippe Ortelli. La notizia ha fatto molto discutere, nel bene e nel male. Tanti si chiedono, infatti, come possano realizzare un progetto così gigantesco, se poi non sono capaci a far arrivare in orario i treni dalla Francia o, viceversa, a far partire in orario quelli da Ventimiglia.

L’obiettivo è risolvere un problema che pesa ogni giorno su migliaia di pendolari

strade congestionate, treni sovraffollati, tempi di spostamento che rasentano il limite della sopportazione. Tra i maggiori accusati: la mancanza di infrastrutture adeguate, le limitazioni ai parcheggi, la difficoltà di collegamento per chi lavora a Monaco. Il percorso pensato prevede fermate in punti strategici: Allianz Riviera, Nice Nord, Pasteur fino a Monaco (Fontvieille, Monte‐Carlo, Saint‐Roman) poi Carnolès e infine Ventimiglia.

Un metro moderno, elettrico

che dovrebbe funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Secondo Ortelli, in treno Nice‐Est sarebbe raggiungibile in 11 minuti, l’aeroporto in 23. Un cambiamento radicale per chi ogni giorno lotta con il traffico. Tra i punti critici da affrontare ci sono le sfide geologiche: alcune aree come Villefranche‐sur‐Mer, Beaulieu‐sur‐Mer o Saint‐Jean‐Cap‐Ferrat non sarebbero servite dalla linea per questioni tecniche.

Ma la riduzione del traffico nelle zone vicine

sarebbe comunque significativa. Un altro aspetto importante: il progetto è stato pensato per evitare espropri, per contenere le complicazioni fondiarie e ambientali. Due grandi gruppi francesi avrebbero già collaborato allo studio.  Sul fronte politico, il progetto raccoglie consensi trasversali: la Fedem, il presidente del Consiglio nazionale di Monaco, nonché esponenti locali in Francia. Ma serve un impegno concreto: studi di fattibilità, fondi pubblici e europei, e soprattutto volontà politica oltre i confini nazionali.

Fab.Ten.

Foto di Victoria da Pixabay