Opposizione

Autoporto per la sosta Tir in zona Barcheto. AVS: “A nostra insaputa”

"Sia nella fase di elaborazione delle opere pubbliche che degli interventi concessi ai privati, la Giunta Comunale agisce sotto terra, per riemergere solo quando obbligata dalle leggi a rendere pubblici i propri progetti"

Autoporto per la sosta Tir in zona Barcheto. AVS: “A nostra insaputa”

“Il progetto di un autoporto per la sosta dei mezzi di trasporto pesanti – previsto in zona Barcheto sotto la frazione di Borgo d’Oneglia – dimostra ancora una volta il metodo opaco, verticistico e padronale con cui l’amministrazione Scajola decide su opere che incidono, anche molto profondamente, sul territorio cittadino” così in una nota Alleanza Verdi Sinistra Imperia.

Autoporto per la sosta Tir “A nostra insaputa”

“Sia nella fase di elaborazione delle opere pubbliche che degli interventi concessi ai privati, la Giunta Comunale agisce sotto terra, per riemergere solo quando obbligata dalle leggi a rendere pubblici i propri progetti e ad annunciare, con la consueta scarsità di elementi e sovrabbondanza di propaganda, cosa ha deciso di realizzare senza che i cittadini ne siano stati prima coinvolti o informati.

“Non ci riferiamo certo alle opere ordinarie di manutenzione (che, a giudicare dallo stato della città, sono poco al centro dei pensieri di questa amministrazione), ma a quegli interventi che modificano strutturalmente lo stato dei luoghi e, in futuro, le condizioni di vita della popolazione, in favore della quale, una preventiva informazione e un coinvolgimento dei cittadini maggiormente interessati, potrebbe migliorarne la funzionalità o ridurne gli effetti negativi.

“L’esempio forse più evidente e grave, in ragione del fatto che si tratta di un’opera di grande impatto sul tessuto cittadino, è risultato quello dell’Aurelia bis.
Vi è stata infatti una pervicace indisponibilità dell’amministrazione Scajola, motivata strumentalmente dal rischio di perdere il finanziamento dell’opera, a un confronto con i comitati cittadini alle cui richieste di incontro non ha mai dato seguito.

“Si è quindi volutamente deciso di non aprire con ANAS una interlocuzione per arrivare a un progetto meno impattante e condiviso con gli abitanti delle zone interessate, cosa che li ha costretti a resistere con un ricorso al TAR per far valere le loro legittime richieste.

“Il fatto che su un’opera così importante non siano stati previste assemblee pubbliche per informare i cittadini più coinvolti, in molti casi ignari di cosa succederà nei luoghi dove vivono, dà la misura di come Scajola intenda la partecipazione democratica e la trasparenza.

“Nel caso del progetto di recupero della ex raffineria Sairo, per avere notizia dell’avvenuta cancellazione della parte più qualificante di quell’opera – rappresentata dalla realizzazione di alloggi con finalità sociale – abbiamo dovuto portare la discussione in consiglio comunale con una mozione.

“Non meno sotterranee e prive di informazioni e coinvolgimento dei cittadini sono le scelte di pianificazione urbanistica, con il nuovo Puc, che si annuncia essere in dirittura d’arrivo, ma, di fatto, è un oggetto sconosciuto, non essendone state condivise in alcun modo neanche le analisi del tessuto socio economico del territorio in base alle quali si determinano gli obiettivi che il piano deve contenere.

“Pur in assenza di una pianificazione generale sulla città, la giunta comunale ha però già deciso di consentire operazioni di grande impatto, come il nuovo supermercato alle ex ferriere, l’annunciata conversione ad albergo dello stabilimento Agnesi o l’ipoteca sulle possibilità edificatorie consentite dal vecchio Puc (ormai ampiamente superato) nell’ex scalo ferroviario merci della stazione di Oneglia.

“Quest’ultima operazione, che consentirà la realizzazione di un ulteriore supermercato, è il frutto dell’assurda permuta prevista nel contratto di acquisizione del tracciato della ciclabile in cui, a fronte dell’acquisto di terreni e immobili valutati circa due milioni di euro, se ne “scontano” circa quattro di oneri di urbanizzazione e opere a scomputo, garantendo così al privato che realizzerà l’operazione edilizia il mantenimento delle possibilità edificatorie.

“Un accordo che impedirà di fatto di modificare con il nuovo Puc la destinazione e le possibilità edificatorie attualmente previste sull’area. Quel contratto contiene infatti l’incredibile clausola in base alla quale il Comune dovrà rilasciare, al soggetto privato attuatore delle opere, in tempi definiti le autorizzazioni edilizie (i titoli abilitativi e l’approvazione delle eventuali varianti edilizie richieste), pena applicazione di una sanzione di due milioni di euro, a garanzia della quale il Comune ha dovuto anche rilasciare garanzia fideiussoria.

“Si tratta di una operazione che rappresenta un esempio “da manuale” di come si possa agire andando completamente all’opposto rispetto all’interesse pubblico, per assecondare quello dei privati che hanno acquistato da RFI quell’area, ma che è stata incredibilmente ideata da due soggetti pubblici (RFI e Comune).

“Non meno sotterranea è poi la programmazione e progettazione delle opere che riguardano la mobilità cittadina e le relative infrastrutture.

“Si assiste alla realizzazione, senza preavviso, di insensati pettini della ciclabile (come a borgo Peri), di impianti semaforici pseudo-intelligenti, alla comparsa di divieti di transito per opere pubbliche immaginarie (in via Delbecchi), a cambi della viabilità con rifacimento di opere appena realizzate (la rotonda di via Trento) e, in ultimo, all’imminente realizzazione del progetto di forestazione urbana sul Lungomare Vespucci.

“Una serie di interventi di cui si viene a conoscenza, se ve bene, grazie a qualche anticipazione “offerta” dalla comunicazione dell’amministrazione, ma più spesso solo all’apertura dei cantieri per realizzarli e che, considerata la condizione disastrosa del traffico cittadino, sono accolti dagli imperiesi, quanto meno, con grande apprensione.

“Che il sindaco Scajola intenda il suo mandato come una investitura assoluta semi-divina, a cui non è legittimo muovere critiche, pena l’essere oggetto di insulti (da imbecille in giù), è ormai una cosa acclarata.

“Non era invece immaginabile che il primo cittadino, oltre a tenere il profilo di decisionista da uomo del fare (spesso male), volesse imporre ai propri concittadini anche l’esperienza del vedere governata la citta “a loro insaputa”.

“Probabilmente Scajola non considera negativa questa condizione dato che, nel suo caso – al netto della figura da “parvenu del potere” che ha fatto – quello che è avvenuto alle sue spalle, si è rivelato un importante atto di generosità inconsapevolmente ricevuto da chi pagò gran parte della sua casa vista Colosseo.

“Per i cittadini imperiesi invece, il brivido che provano immaginando cosa possa accadere senza che ne siano a conoscenza, è ben poco piacevole visto che, una volta svelata, la sorpresa spesso è tutto meno che un regalo.

“Per provare a restituire un reale progetto di rilancio della città è ormai evidente che occorrerà cambiare completamente sistema e, dall’affidarsi al “mago dei finanziamenti” a pioggia, servirà passare a un lavoro collettivo e condiviso che guardi al futuro di chi, questa città, la “vive” e non al presente di chi la vuole solo comandare”.