L'intervento

Navette a guida autonoma: “Basta polvere sotto al tappeto, amministrazione parli chiaro”

Il consigliere interviene ancora una volta sulla questione. Mezzi fermi ormai da tempo

Navette a guida autonoma: “Basta polvere sotto al tappeto, amministrazione parli chiaro”

Il consigliere di Imperia Senza Padroni, Luciano Zarbano, interviene nuovamente sul progetto delle navette a guida autonoma, fermo da poco oltre l’avvio della fase di sperimentazione.

 

Navette a guida autonoma: “Basta polvere sotto al tappeto, amministrazione parli chiaro”

«Per capire i futuri sviluppi – così Zarbano in una nota stampa – è necessario ripercorrere quanto accaduto finora. Il Comune di Imperia ha impegnato circa 5 milioni di euro di fondi PNRR per l’acquisto di due navette a guida autonoma. A questa cifra si sommano ulteriori spese: 90 mila euro per sperimentazione e gestione, 126 mila euro per la direzione lavori, quasi 20 mila euro l’anno per l’assicurazione di ciascun veicolo, 35 mila euro per la tensostruttura provvisoria di rimessaggio sul Lungomare Vespucci, un appalto integrato di progettazione, di cui non è stato reso noto l’importo, la ricerca di un operatore privato per un nuovo servizio sperimentale, con costo presunto ancora da definire, nonostante i 90 mila euro già spesi per lo stesso scopo. Nonostante questi esborsi presenti e futuri, le navette sono ferme da settimane. Dopo pochi giorni di attività regolare, il servizio si è bloccato senza alcuna spiegazione ufficiale».

 

«La filiera coinvolta è lunga e frammentata: una casa costruttrice francese (oggi giapponese), progettisti di Genova, l’impresa Equattroe Srl di Agrigento per l’appalto, le Università di Genova ed Enna per la sperimentazione, un’agenzia assicurativa di Napoli (anche se ad Imperia è presente un’agenzia della stessa compagnia assicurativa) e una società di Casoria per guida, controllo ed assistenza. Un insieme variegato di soggetti che genera dispersione, costi e zero risultati tangibili».

«Con una delibera di agosto, la Giunta ha modificato la convenzione con le Università e con Equattroe, trasferendo a quest’ultima i costi della sperimentazione. Ma la sostanza non cambia: entro marzo 2026 devono essere completati i test su strada e ottenuta l’omologazione, altrimenti l’Unione Europea chiederà la restituzione dei fondi. Le conseguenze sarebbero pesanti: perdita dei finanziamenti, danno d’immagine e un considerevole buco nel bilancio comunale».

 

«Oggi è chiaro che l’immobilismo dell’Amministrazione rischia di trasformare questo progetto in un boomerang politico e finanziario. Non solo un colossale danno d’immagine, ma anche un rischio concreto per le casse pubbliche. A questo punto i cittadini hanno diritto a sapere perché le navette sono ferme, quali problemi tecnici o burocratici sono emersi e quali sono i piani per rispettare le scadenze PNRR. La Commissione europea è netta: il programma deve chiudersi entro agosto 2026, senza proroghe».

«È tempo che l’Amministrazione parli con chiarezza, smetta di nascondere la polvere sotto il tappeto e si assuma le proprie responsabilità. Senza un cambio di rotta immediato, questa sperimentazione rischia di concludersi come un clamoroso fallimento, che sarà pagato interamente dai cittadini per effetto di scelte sbagliate per la  città».