Dopo la carriera da calciatore ha vinto un concorso all’Inps
L’ex calciatore Danilo Graglia si racconta
Ha compiuto 70 anni Danilo Graglia, ex calciatore di Imperia, Sanremese, Albenga e altre società della provincia. Compleanno festeggiato con la moglie Sabrina, i figli Dario e Francesco, la nuora Francesca e il nipotino Massimo. Graglia è molto conosciuto, oltre per i trascorsi calcistici, per la sua simpatia.
A tirare calci al pallone ha cominciato presto. «Sono nato in casa – racconta – al Parasio. I miei avevano un bar. Da bambini giocavamo in piazza, sull’asfalto. Con me Alfredo Bencardino, in futuro nell’Imperia, Venezia, Trento e Alessandria. E in piazza Roma giocavo con Ettore Gazzano, poi anche lui all’Imperia, Savona e Sanremese. Ho quindi iniziato con l’Imperia». Fino ad allora aveva praticato (vincendo) pure nuoto, pallanuoto e ciclismo.
Nel 1973-74 con l’Imperia vinse il campionato italiano Berretti. A 18 anni venne acquistato dalla Taggese dove rimase tre anni, e fu capocannoniere, vincendo un campionato. A 21 anni eccolo alla Sanremese. In serie D. Nel 1977-78 disputò 24 partite e segnò 12 goal. «Epici – spiega – i derby con il Savona e soprattutto l’Imperia. Una volta contro il Savona, al Bacigalupo, su un cross di Scaburri venni anticipato dal portiere Paterlini, ex della Sampdoria. Non avendo preso il pallone gli tolsi il cappellino dalla testa e lo riposi sotto la maglia. Lui continuava a cercarlo, convinto fosse caduto a terra… senza però trovarlo».
Poi il passaggio all’Albenga, quattro anni. Con allenatore, all’esordio, Giampiero Ventura, futuro tecnico di tante squadre di serie A e della Nazionale. «Ogni tanto – rivela Graglia – veniva a Imperia e andavamo a mangiare in via Cascione, con Atragene e Panizzi, altri suoi ex giocatori. E a Giampiero dicevo: “Ti ho lanciato io nel mondo del calcio grazie ai miei goal e guarda che carriera hai fatto!”».
Gli capitò una volta di giocare in porta: «A Sansepolcro contro il Cuoiopelli dove c’era Spalletti. Finì 1-0 per noi». A proposito di Spalletti, altro futuro allenatore della Nazionale: «Era focoso. Qualche scontro lo abbiamo avuto». Restando a tecnici che hanno guidato gli azzurri, gli capitò anche di giocare contro la Sampdoria e Marcello Lippi.
Quando Enrico Vella (in seguito a Sampdoria, Lazio e Atalanta) era militare ad Andora, andava a trovarlo spacciandosi per un suo cugino in modo che potesse uscire dalla caserma usufruendo del permesso “visita parenti”.
Poi il matrimonio. «Avevo 31 anni – racconta – e decisi di dedicarmi alla famiglia. Giocai però nella Riviera dei Fiori, a casa». Graglia è stato infine richiamato alla Sanremese: tre anni e tre promozioni anche se partendo dal basso. Con una comparsata alla “Domenica Sportiva” della Rai. Smesso con il calcio, vinto un concorso, ha iniziato a lavorare all’Inps.
Rimpianti? «Quando a Sanremo andammo in C eravamo sei attaccanti. A inizio preparazione Fontana aveva più attenzioni per gli altri. Così, con Corbellini, chiedemmo di essere ceduti. Se non che allenatore della Sanremese divenne poi Caboni. Fossi rimasto magari mi sarei goduto gli anni d’oro in C. Importante è essermi divertito. Ora vado in bici: me l’ha regalata mio figlio per i 70 anni. E ogni giorno, con mia moglie, nuotiamo 1200 metri in mare».