L’alternativa proposta in consiglio è la riconversione dell’ex bar Agostino e dall’Agenzia Viaggi Sagittario
Luciano Zarbano: “Non vendiamo i beni di Piazza Dante”
Durante il Consiglio Comunale di ieri sera, il consigliere comunale di minoranza Luciano Zarbano è intervenuto sulla pratica di alienazione dei beni immobili del Comune, proponendo una soluzione alternativa alla vendita: la riconversione dei locali dell’ex Bar Agostino e dell’Agenzia Viaggi Sagittario, entrambi situati nella centralissima piazza Dante. Il primo in un presidio della Polizia Locale, con funzioni integrate di punto informativo turistico e sicurezza, il secondo per l’Associazione La Giraffa a Rotelle, realtà di volontariato che sostiene ragazzi con disabilità e che oggi rischia di cessare l’attività per mancanza di spazi.
“Si tratta di immobili strategici, già privi di barriere architettoniche, nel punto più frequentato della città — spiega Zarbano — metterli in vendita sarebbe un errore. Quando è stata presentata la pratica di acquisto dell’ex Stazione di Porto Maurizio con i locali annessi, così come l’ex Casello di via Mazzini, la motivazione dell’Amministrazione era quella di preservare beni storici pubblici ed evitare che finissero a privati. Perché adesso per questi due locali si cambia rotta?
Gli obiettivi della proposta sono chiari:
- maggiore sicurezza urbana, grazie a una presenza fissa degli agenti di Polizia Locale e a un effetto deterrente verso microcriminalità e degrado;
- servizio di informazione e assistenza turistica, sul modello adottato in altre città dove i presìdi della Polizia Locale fungono anche da front-office;
- sostegno concreto al mondo del volontariato e alle persone con disabilità, offrendo una sede dignitosa a chi lavora per gli altri;
- valorizzazione di un bene storico in luogo della sua alienazione.
“Invece di perdere un bene pubblico, possiamo trasformarlo in un simbolo di presenza istituzionale e di solidarietà verso le fasce più fragili — prosegue Zarbano. Non servono cifre esorbitanti, serve solo visione. Imperia deve presidiare i suoi spazi nevralgici, non venderli o peggio svenderli, visto che la precedente asta è andata deserta ed ora il prezzo è stato ribassato”.
Nonostante l’intervento formale in aula, dall’Amministrazione non è arrivata alcuna risposta.
“Se non c’è volontà politica, ci affideremo alla pressione dell’opinione pubblica. Prima che la vendita — o la svendita — renda tutto irreversibile, chiediamo almeno una sperimentazione temporanea. È una scelta semplice, concreta e condivisibile da chiunque creda nella sicurezza, nell’accoglienza e nel valore del patrimonio pubblico”.
“Facciamo in modo che piazza Dante non perda un pezzo della sua storia, ma lo trasformi in una risorsa per il presente”, conclude Zarbano.