“Domenica scorsa, in una splendida giornata d’ottobre, come “turisti” genovesi abbiamo pedalato lungo la pista ciclabile della Riviera dei Fiori, immersi in un panorama luminoso e vivace. Migliaia di ciclisti percorrevano quel percorso in entrambe le direzioni: turisti, famiglie, appassionati di ogni età. Le attività di noleggio bici, ristorazione, sport e accoglienza beneficiano ogni giorno di questo flusso costante” così in una nota Romolo Solari, presidente Fiab Genova
Fiab Genova boccia la stazione di Imperia
“Eppure, nonostante la pista ciclabile — realizzata su sedime ferroviario abbandonato — sia operativa da anni ed in continua estensione e nonostante il Comune di Imperia abbia nel frattempo realizzato una rete ciclabile urbana efficiente e ben collegata al territorio, la nuova stazione ferroviaria unica di Imperia, inaugurata l’11 dicembre 2016, non è affatto “bike-friendly”.
“Gli ascensori sono minuscoli, le scale sono lunghe e anguste, senza alcuna canalina per far scorrere la bici. In una stazione moderna, concepita ben dopo l’avvento delle infrastrutture ciclabili, tutto questo è inaccettabile — non è un’“eredità storica”, è un evidente fallimento progettuale.
“È legittimo chiedersi come una stazione moderna possa ignorare la presenza della più frequentata ciclovia turistica della Liguria, e come non siano stati previsti fin dall’inizio accessi adeguati anche per chi viaggia in bicicletta.
“Rete Ferroviaria Italiana (RFI), che progetta e realizza le infrastrutture ferroviarie, ha il compito di garantire accessi e uscite idonee ai viaggiatori.
La Regione o gli enti locali possono influenzare le dotazioni, i vincoli e gli standard attraverso convenzioni, direttive di mobilità sostenibile e piani territoriali.
“In ogni caso, la mancanza di attenzione all’intermodalità bici + treno evidenzia una scarsa capacità di pianificazione: un’occasione mancata che penalizza utenti, turismo sostenibile e potenzialità economiche locali.
“È ora che chi ha progettato e approvato questa stazione — o chi ha potere decisionale oggi — si assuma la responsabilità. Non chiediamo solo scuse: chiediamo interventi concreti e rapidissimi (ascensori adeguati, canaline, rampe). Qualcuno dovrebbe almeno rendersi conto del danno causato da una progettazione miope e provvedere al più presto a rimediare”.