Continua la querelle tra maggioranza e opposizione a Imperia, in seguito all’interpellanza a cui ha risposto il vicesindaco Giuseppe Fossati riguardo al futuro dell’area ex stazione di Oneglia. Dopo Lucio Sardi di Alleanza Verdi e Sinistra, arriva la replica anche del Partito Democratico, firmata dalla consigliera Deborah Bellotti.
Bellotti risponde a Fossati su ex stazione
«In merito all’area ampia della ex stazione di Oneglia, l’amministrazione Scajola ha sempre avuto le idee chiare, nonostante ora il vicesindaco Fossati abbia deciso di declinare responsabilità e scelte su un piano regolatore del 1999 (26 anni fa!) dell’amministrazione Berio – scrive la consigliera -. Bisogna avere il coraggio delle proprie azioni e assumerne la paternità senza nascondersi. L’area della ex stazione di Oneglia è urbanisticamente strategica, ha un valore immenso per la potenzialità di cambiare il volto del centro città, di influenzarne le funzioni e, quindi, la vita dei cittadini. Le scelte su questa area hanno conseguenze incalcolabili per il presente ed il futuro di Imperia».
«Questo – continua – doveva essere ben chiaro all’amministrazione Scajola e, ciononostante, non ha sentito l’onere di tutelarla. Perché ci vogliono voli pindarici e ricostruzioni fantasiose per attribuire la colpa alle amministrazioni in cui era presente la sinistra, partendo dalla giunta Berio per finire all’amministrazione Capacci. Nel 2018 fu siglata un’Intesa-quadro, peraltro insieme ad altri 3 Comuni, con RFI e Fs Sistemi urbani: il tema prioritario sul tavolo, in quel momento, era la dismissione delle aree destinate alla pista ciclabile, per le quali peraltro non erano neppure stati definiti i valori economici. L’obiettivo era stabilire innanzitutto il costo di quelle aree e successivamente individuare le modalità di valorizzazione. Definire allora possibili utilizzi o cessioni di aree da parte di RFI sarebbe stato prematuro, la priorità era chiudere la partita per la realizzazione della pista ciclabile.»
«Le decisioni successive sappiamo quali sono state: mantenere gli indici di edificabilità e le destinazioni, condizioni ghiotte per un futuro investimento del privato. E, di fatto, la fine di un accordo di area vasta lasciando soli i Comuni del golfo dianese a confrontarsi con la proprietà. Cosa si sarebbe potuto fare di diverso? Tutto. Uno degli strumenti fondamentali per agire sul futuro di una città è il PUC (Piano Urbanistico Comunale), che definisce proprio gli indici di edificabilità e le destinazioni, e che avrebbe potuto dare funzioni ben delineate per il bene collettivo. Fossati accusa l’amministrazione Capacci di non averlo approvato durante i 5 anni di governo, ma sa perfettamente che la sua amministrazione non è stata in grado di produrne uno in 7 anni e mezzo; e viene annunciato in dirittura di arrivo da altrettanti anni. Un PUC redatto prima di agire indisturbati nella città non sarebbe stato funzionale allo scopo».
«Si poteva anche valutare un mutuo e l’acquisto dell’area, come fatto per l’area dell’ex stazione di Porto Maurizio – ancora Bellotti – . Come ha sottolineato il sindaco in consiglio comunale “15 milioni non sono 1”, ma ribatto affermando che con tutti i milioni spesi attraverso vari progetti del PNRR (impossibile dimenticare la controversa navetta) si poteva sicuramente mirare ad un progetto di rigenerazione urbana di alto livello ed impatto. Ma queste non erano le priorità della maggioranza, che invece si finge non responsabile del secondo mega supermercato/centro commerciale nel giro di qualche centinaio di metri».
«In controtendenza a tutti gli studi sulla desertificazione commerciale e sulla perdita di identità e di funzionalità – conclude -, Fossati ci assicura che tali aggiunte urbanistiche e commerciali non avranno influenza sul mercato locale tanto meno quello alimentare che peraltro con i supermercati esistenti è già stato spazzato via. Eh si, ci mancava proprio Esselunga a Imperia».