Il decreto odierno (del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, retto da Francesco Lollobrigida) che posticipa di un mesa la data di fine del fermo pesca preoccupa i pescatori in tutta Italia. Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager.
Fermo pesca, l’intervento del sindaco di Sanremo Alessandro Mager
«Comprendiamo le difficoltà e la forte preoccupazione che questa decisione sta generando tra gli operatori del comparto ittico locale — dichiara il sindaco Mager -. La pesca rappresenta per Sanremo non solo un’attività economica fondamentale, ma anche una tradizione fortemente radicata per la nostra comunità. Prolungare il fermo per ulteriori 30 giorni significa mettere in seria difficoltà decine di famiglie che già affrontano una situazione complessa.» Il Comune sottolinea come i ritardi nell’erogazione dei ristori aggravino ulteriormente la condizione dei pescatori, che si trovano a dover sostenere costi fissi senza entrate e senza una prospettiva chiara di sostegno economico. «Chiediamo al Governo e al Ministero — prosegue il Sindaco — di ascoltare la voce dei territori e delle categorie, individuando soluzioni rapide e concrete per sostenere i pescatori in questa fase delicata. Il Comune di Sanremo resta a fianco della marineria locale e continuerà a farsi portavoce delle loro esigenze presso le istituzioni competenti».
«Danno economico, culturale e promozionale»
A intervenire anche l’assessore al Turismo Alessandro Sindoni, che evidenzia le ricadute sul tessuto turistico e commerciale della città: «Il prolungamento del fermo pesca non colpisce solo i pescatori, ma tutta la filiera legata al mare e al turismo — afferma Sindoni —. Il gambero rosso di Sanremo è un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale ed internazionale, simbolo della nostra identità gastronomica e ambasciatore del territorio. L’assenza di prodotto fresco nei ristoranti e nei mercati genera un impatto negativo su ristorazione, commercio e immagine turistica della città. È necessario che il Governo tenga conto anche di questo aspetto, perché il danno non è solo economico ma anche culturale e promozionale»
La proroga del Masaf
“E’ disposta l’interruzione temporanea obbligatoria continuativa delle attività di pesca a partire dal 31 ottobre 2025 e fino al 30 novembre 2025 per le unità da pesca autorizzate in licenza all’utilizzo dei seguenti attrezzi: reti a strascico a divergenti, sfogliare rapidi, inserite nell’elenco delle unità autorizzate alla cattura bersaglio degli stock demersali e alla pesca bersaglio del gambero rosso (ARS) e del gambero viola (ARA), nelle GSA 8, 9, 10 e 11, ovvero aventi base logistico-operativa, nei porti dei Compartimenti marittimi ricadenti nelle GSA 8, 9, 10 e 11″. Ecco cosa si legge nel decreto del Masaf. L’obiettivo, in sostanza, è quello di consentire il ripopolamento della fauna ittica. Secondo il ministero, il provvedimento è “considerato necessario, al fine di raggiungere l’obiettivo di riduzione delle catture dei riproduttori di nasello di almeno il 20%, adottare ulteriori misure di gestione dello sforzo di pesca nelle GSA 8, 9, 10 e 11 da abbinare alle predette zone di chiusura”. A sostegno della tesi, nell’atto compare anche un richiamo documento tecnico-scientifico del 24 ottobre 2025 redatto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).