Si è spento oggi a Roma il maestro Peppe Vessicchio, aveva 69 anni. Con la sua partecipazione praticamente costante al Festival di Sanremo, era diventato un simbolo della manifestazione, un volto riconoscibile e amatissimo del palco dell’Ariston.
Il legame con Sanremo
Vessicchio ha fatto il suo esordio al Festival di Sanremo nel 1990, anno in cui la direzione d’orchestra ritornò sul palco dopo una pausa. Sono oltre 30 le edizioni del Festival alle quali ha partecipato in qualità di direttore d’orchestra.
Nel suo lungo percorso sanremese ha guidato l’orchestra per ben quattro brani vincitori: nel 2000 con “Sentimento” degli Avion Travel; nel 2003 con “Per dire di no” di Alexia; nel 2010 con “Per tutte le volte che” di Valerio Scanu; e nel 2011 con “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni.
Uno dei momenti più memorabili è del 2022, durante la quarta serata del Festival, quando Vessicchio suonò il piano insieme a Le Vibrazioni nella cover di Live and Let Die dei Wings, dimostrando ancora una volta la sua versatilità e presenza scenica.
Negli ultimi anni Vessicchio era considerato un punto fermo della kermesse, e il mancato annuncio della sua presenza in edizioni recenti aveva suscitato attenzione e apprensione tra gli appassionati.
Biografia e percorso professionale
Giuseppe “Peppe” Vessicchio è nato a Napoli e ha mosso i primi passi nel mondo della musica nella sua città, realizzando dischi per artisti come Nino Buonocore, Edoardo Bennato, Peppino di Capri, Lina Sastri.
In seguito ha intrapreso una proficua collaborazione con Gino Paoli, scrivendo insieme successi come Ti lascio una canzone, Cosa farò da grande, Coppi.Negli anni ’70 era attivo come musicista nel trio I Trettré (all’epoca detti I Rottambuli) ma decise di uscire dal gruppo per dedicarsi pienamente alla musica leggera e alla carriera da arrangiatore e direttore d’orchestra.
La sua attività si estendeva alla televisione: ha partecipato a produzioni come Va’ pensiero, Buona Domenica, Viva Napoli, Note di Natale. Ha diretto grandi orchestre, firmato arrangiamenti per artisti come Zucchero, Ornella Vanoni, Biagio Antonacci e molti altri.
Dal 2017 fu anche membro della commissione dello Zecchino d’Oro e dal 2024 direttore artistico di master per la formazione degli artisti.
Il lascito
Con la scomparsa di Peppe Vessicchio, la musica italiana perde non solo un grande direttore d’orchestra, ma un simbolo dell’identità del Festival di Sanremo e del nostro spettacolo musicale. Le sue bacchetta, le sue scelte orchestrali e la sua presenza inconfondibile sul palco resteranno nella memoria collettiva.
Il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, ha dichiarato all’Adnkronos: “Mi colpisce molto la notizia, è certamente un personaggio prestigioso che se ne va”.
“Semplicemente grazie per la tua amicizia vera” ha scritto su Facebook il patronato di Casa Sanremo Vincenzo Russolillo postando una foto che lo ritrae insieme a Vessicchio.
In questo momento di commozione, resta viva la testimonianza di decine di serate all’Ariston in cui “dirige l’orchestra il Maestro Peppe Vessicchio” diventava frase attesa dal pubblico in piedi. Un’eredità che non svanirà con lui, ma che continuerà a vibrare in ogni nota di Sanremo e in ogni sala d’orchestra italiana.