“Rivali troppo forti”: genitori denunciano boicottaggio contro il San Bartolomeo Cervo

I genitori accusano alcune società locali di scoraggiare le leve 2014 e 2015 dal confrontarsi con il San Bartolomeo Cervo; la Virtus Sanremese sollecita indagini e possibili sanzioni per tutelare valori educativi e sportivi

“Rivali troppo forti”: genitori denunciano boicottaggio contro il San Bartolomeo Cervo

Un gruppo di circa venti genitori del Ponente ligure ha inviato una lettera nella quale denuncia “un fatto grave e inaccettabile”: alcune società locali si sarebbero riunite informalmente per dissuadere le proprie leve 2014 e 2015 dal giocare contro i pari età del San Bartolomeo Cervo, che avrebbe “costruito una squadra forte, con bambini tecnicamente preparati”. Quindi una squadra troppo forte e organizzata rispetto alle altre.

Nella lettera i genitori parlano di “un calcio locale che sta toccando il fondo” e accusano dirigenti e società di aver smarrito il valore educativo dello sport. “Invece di ammirare, imparare o accettare la sfida sportiva, alcuni adulti hanno scelto la via più meschina: la paura”, scrivono.

L’intervento della Virtus Sanremese

In seguito alla pubblicazione della notizia – anticipata dalla Voce si Imperia –  la Virtus Sanremese ha diffuso un comunicato per “esprimere il proprio disappunto” e ha sollecitato un intervento diretto della Federazione Italiana Giuoco Calcio e del Settore Giovanile e Scolastico FIGC (SGS).

Gianni Brancatisano responsabile settore giovanile Virtus Sanremese

Nel documento il responsabile del settore giovanile, Gianni Brancatisano, ha dichiarato:

“Questo episodio, se confermato, solleva questioni di grande rilevanza etica e formativa … L’azione di riunirsi informalmente per dissuadere le proprie squadre … dal giocare contro il San Bartolomeo Cervo … è un comportamento profondamente anti‑educativo e contrario ai principi dello sport di base”.

Brancatisano sottolinea che il settore giovanile dovrebbe concentrarsi su sviluppo psicomotorio, divertimento e apprendimento, non sull’isolamento di squadre “troppo forti”. “Il messaggio che arriva ai giovani atleti è devastante: ‘Se un compito è difficile o rischi di perdere, evitalo'”.

“Questa mossa – aggiunge – tradisce una mentalità basata sulla paura del fallimento e a mio avviso sull’invidia per il lavoro ben fatto (la preparazione costante e appassionata) di un’altra società. Invece di prendere tale società sportiva come modello o stimolo per migliorare il proprio lavoro, si preferisce la strategia di evitare, che nel lungo periodo penalizza solo i propri tesserati”.

La società chiede quindi che la Federazione apra un’indagine formale e valuti sanzioni esemplari per garantire che l’attività di base rispetti valori quali lealtà, correttezza e rispetto dell’avversario.