La Corte dei Conti ha chiesto il risarcimento dei danni erariali agli ex amministratori di Riviera Trasporti per “grave negligenza gestionale e spreco di risorse” nel periodo 2013-2019.
A puntare il dito contro la gestione politica e amministrativa di Rt
stavolta, è Alessandro Capitini, coordinatore sindacale Usb, che aggiunge: “Mancano altre situazioni gravissime, a partire dalla demolizione della filovia, unica scelta ecologica, smantellata senza autorizzazioni dopo anni di finanziamenti”.
Secondo Capitini, nel documento della Corte
non vengono citati i responsabili politici che all’epoca “avallarono tutte queste scelte”. La Provincia di Imperia e il Comune di Sanremo – allora proprietari al 100 per cento di Rt, oggi al 99 per cento – “non possono ritenersi esonerati perlomeno dalla responsabilità politica”.
Tra le scelte più contestate ci sono
L’investimento nei bus a idrogeno, già denunciato dai lavoratori come “problematico”.
L’acquisto e la gestione di RTP.
L’acquisto “a peso d’oro” di terreni e fabbricati inutili.
Lo smantellamento della filovia.
“Quando denunciavamo le criticità – si legge in una nota – tutti, in sede provinciale e comunale, esprimevano piena fiducia negli amministratori di Rt”. Oltre al danno erariale, il sindacato ricorda le conseguenze per i dipendenti: “RT usò i lavoratori come bancomat: prima azzerò per mesi i contratti di secondo livello, poi bloccò per 5 anni quelli di 160 dipendenti a causa di una causa di lavoro ancora in parte aperta. Nel 2018, con accordi firmati dai sindacati, si bloccarono i contratti di tutti i neoassunti per 8 anni”.
Oggi, dopo 13 anni, Riviera Trasporti “è in agonia e solo il concordato la tiene in piedi, insieme al sacrificio dei suoi dipendenti, unici finora a pagare”. L’Usb auspica che “finalmente la verità che abbiamo sempre denunciato venga a galla” e che si faccia chiarezza “sulle responsabilità, che sono anche e soprattutto politiche”.