Otto anni all’organizzatrice di eventi di Arma di Taggia Sonia Magaton, 4 anni al marito Daniele Riviera e tre al figlio Davide. Per tutti anche pene pecuniarie dai 2 ai 4.500 euro. E’ la condanna inflitta dal giudice di Imperia Francesca Di Naro per la circonvenzione che la famiglia aveva messo in atto tra il 2015 e il 2021 ai danni di un commerciante di Riva Ligure, raggirato per centinaia di migliaia di euro. Il pm Veronica Meglio aveva chiesto condanne leggermente più alte: 9 anni e mezzo per la donna, 6 per il marito e 4 per il figlio.
Il caso scoppiato nel 2021, con l’arresto dei tre famigliari
La vicenda venne alla luce nel 2021, quando Sonia Magaton (molto attiva nell’organizzazione di spettacoli e anche di campagne elettorali) fu arrestata con marito e figlio con l’accusa di circonvenzione di incapace ai danni di un commerciante settantenne di origine pugliese abitante a Riva Ligure. Nel 2015 iniziano i rapporti tra lo sventurato commerciante e il trio di truffatori: riguarda la fittizia compravendita di una derrata alimentare e un maxi risarcimento, anche questo fittizio, per riscuotere il quale al negoziante furono sottratte, a più riprese, diverse centinaia di migliaia di euro. Nel corso dell’indagine, la Procura eseguì un’attività investigativa anche in Puglia, dove a detta dell’accusa la parte offesa sarebbe stata costretta a vendere degli immobili e terreni per “onorare” le spese.
Quella partita di formaggi da 30mila euro
La vicenda riguardava in particolare la fittizia compravendita di una partita da 30mila euro di formaggi dal parte dell’anziano titolare di un caseificio di Riva Ligure e fu poi allettato con l’ipotetico risarcimento di 500mila euro (per la mancata compravendita), che il commerciante avrebbe potuto ottenere, versando parecchie decine di migliaia di euro per sbloccare la pratica e le spese legali in un paese straniero. In totale si parla di versamenti per complessivi 110mila euro, dal 2015, tramite “dazioni” che vanno da 500 a 2000 euro ciascuna.
Stando a quanto risulta dagli atti la parte offesa avrebbe prelevato tutto il denaro presente sui due conti intestati al figlio: “Non esitando ad attingere alla sua pensione di invalidità, al punto che quest’ultimo non poteva più proseguire le visite dallo psichiatra”. I pagamenti, inoltre, avvenivano “Direttamente nella mani della donna oppure del marito Daniele Riviera o del figlio Davide e da ultimo anche dalla figlia Giada Riviera”.
Nella foto la famiglia il giorno dell’arresto ad Arma di Taggia