L'intervento del consigliere

Maxi concorso tra Comune e Provincia, Zarbano: “Davvero si aiutano i giovani?”

"La politica locale dovrebbe premiare l'intraprendenza piuttosto che lasciare il "posto fisso" come unica aspettativa"

Maxi concorso tra Comune e Provincia, Zarbano: “Davvero si aiutano i giovani?”

Il consigliere di Imperia Senza Padroni Luciano Zarbano interviene in seguito alle polemiche sollevate dal maxi concorso della provincia di Imperia, condiviso con il comune del capoluogo, che vede tra i vincitori sia fedelissimi del sindaco Claudio Scajola che del collega ventimigliese Flavio Di Muro, oltre che della moglie dell’assessore Gianmarco Oneglio.

 

Maxi concorso: “Davvero si aiutano i giovani con il posto fisso?”

Zarbano si interroga se il concorso possa essere davvero un’opportunità per i giovani.

 

«L’ultimo concorso per l’assunzione di dipendenti in Comune e in Provincia – scrive – ha riaperto un dibattito sul comportamento della classe politica locale che va oltre i singoli casi. Anche in un recente passato, infatti, alcuni giovani che si muovono attorno al mondo politico locale hanno ottenuto un impiego stabile in Provincia ed in Comune. Episodi che pongono seri interrogativi. Sia chiaro: nessuno mette in discussione le capacità dei candidati né la regolarità delle procedure. Ma il punto è un altro: la ricerca del “posto fisso” in Comune o in Provincia come unica ambizione lavorativa dei giovani che, nonostante il possesso di qualità eccelse e la scelta di non emigrare, si accontentano. Se da un lato la stabilità economica è una priorità per molti, dall’altro occorre riflettere sulle conseguenze di questa mentalità per il futuro del nostro Comune e perché no, anche della Provincia, che rischiano di impoverirsi.»

 

«Questa tendenza a cercare il posto fisso non è solo il risultato di scelte individuali, ma di un sistema che non premia l’iniziativa personale. Burocrazia complicata, tasse elevate e una cultura che vede il fallimento come una colpa, rendono molto difficile avviare un’attività o provare ad innovare. E questo è ancora più grave in un’area che dovrebbe puntare con forza “sull’industria del turismo”, sull’impresa e sulla creatività. Lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio nasce dall’intraprendenza: dalla capacità di rischiare, di creare valore, di trasformare le idee in lavoro. Intraprendere significa immaginare un futuro migliore, mettersi in gioco e investire sulle proprie idee e competenze. È questo spirito che ha reso l’Italia forte in settori come il design, l’arte, la tecnologia e il turismo.»

 

«La politica locale dovrebbe incentivare questo coraggio, non scoraggiarlo, dovrebbe alimentare una cultura che valorizzi l’innovazione e sostenga chi sceglie di costruire qualcosa di nuovo. Non deve trasmettere il messaggio che l’unico futuro possibile per i giovani sia lavorare in Comune o in Provincia. Oppure l’alternativa è l’emigrazione. Cosa dovrebbe fare allora la politica locale? Deve semplificare la burocrazia per chi vuole avviare un’attività, deve ridurre i costi e il peso fiscale per chi investe, deve promuovere l’educazione all’imprenditorialità, insegnando ai giovani non solo a cercare lavoro, ma anche a crearlo, deve riconoscere il valore dell’errore, perché fallire non è una sconfitta, ma un passaggio di crescita. Non possiamo permettere che la paura del rischio blocchi il potenziale dei nostri giovani, o peggio ancora li costringa ad andare via da Imperia– conclude -. La politica deve creare un sistema che premi il merito e sostenga chi decide di investire su sé stesso e sul futuro della nostra comunità. Solo così nasceranno persone che non si accontentano di ciò che viene concesso, magari in cambio di riconoscenza a vita, ma che scelgono di costruire il proprio futuro, quello del territorio e, soprattutto, la propria libertà».