La cerimonia

Ponte intitolato al giovane docente e attivista Luciano Calzia morto a 28 anni

La sorella Annalisa: "Niente di meglio per rappresentare mio fratello. Lui ha sempre cercato di unire tutti"

Ponte intitolato al giovane docente e attivista Luciano Calzia morto a  28 anni

Commossa cerimonia, oggi pomeriggio a Imperia, per l’intitolazione al docente e attivista Luciano Calzia del ponte sul torrente Impero, a Borgo d’Oneglia.

 

Ponte intitolato al docente e attivista Luciano Calzia

Il giovane, classe 1988, è deceduto nel 2016 al termine di una battaglia contro un tumore, ha legato il suo nome a diversi progetti per i suoi studenti e all’atticismo con l’associazione antimafia Libera.  Oggi, alla posa della targa, insieme a colleghi e amici,  erano presenti il sindaco di Imperia Claudio Scajola, gli assessori Ester D’Agostino e Mattia Sasso e, soprattutto, la sorella Annalisa.

 

«Non c’è cosa migliore di un ponte – ha detto Annalisa Calzia – per rappresentare mio fratello, perché unisce. E lui ha sempre cercato di unire tutti insieme. Quindi ringrazio chiunque abbia progettato questa iniziativa e l’abbia resa possibile».

 

Il sindaco Scajola ha anche annunciato, a margine della cerimonia, che presto arriveranno fondi per il restauro della struttura.

 

Il giovane insegnante e la sua vita “per gli altri”

Luciano (Lucio) Calzia nasce a Imperia il 13/08/1988 e vi muore il 02/08/2016 arrendendosi ad un raro tumore contro il quale stava coraggiosamente combattendo da due anni. Lucio è un giovane professore di matematica e di un corso di scrittura creativa alle scuole medie Nazario Sauro di Imperia, geologo, arbitro di calcio, portavoce del presidio imperiese Rita Atria di Libera e appassionato di musica.

Con i suoi allievi della scuola media Sauro aveva scritto un Quadernotto perché “quello che non scrivi non ritorna”. Nel 2016, da una sua idea, nasce l’Associazione Ippocedro; il sogno di Luciano era quello di realizzare a Borgo d’Oneglia un campetto da calcio che potesse radunare grandi e piccini nell’entroterra imperiese.

L’obiettivo di Lucio era quello di reperire
fondi per l’area verde che sarebbe poi diventata un luogo d’incontro per tutti gli abitanti del paese. E così aveva fatto anche la sera del 19 luglio 2016, quando appena tornato dalla terapia all’ospedale di Milano si è adoperato per realizzare la fiaccolata in memoria delle vittime innocenti delle mafie dimostrando ancora una volta la sua compassione per chi soffre, la sua
voglia di vivere e di esserci per tutti, sempre e comunque. Il progetto del campetto è stato concretizzato in seguito alla sua morta grazie alla volontà di portarlo avanti di amici e parenti.