Con un video diffuso sui propri canali, la Polizia di Stato ha illustrato i dettagli di Operazione Domino, il blitz congiunto con la Guardia di Finanza, coordinato dalla direzione investigativa antimafia, che ha portato a nove misure cautelari e sgominato una rete con centro a Genova che finanziava l’organizzazione terroristica palestinese Hamas.
Il video che riassume l’inchiesta
Finanziavano Hamas con associazioni di volontariato: i dettagli dell’operazione Domino
L’inchiesta ha preso il via dal comprato Segnalazioni Operazioni Sospette a inizio ottobre del 2023 e ha portato all’analisi di migliaia di dati tra intercettazioni telefoniche, tabulati e sorveglianza remota. I primi passi mossi prima del drammatico assalto di Hamas nei confronti di civili israeliani oltre il confine della striscia di Gaza, il 7 ottobre, che ha portato al riacuirsi del conflitto in Medio Oriente.
Il video dell’operazione
Figura centrale è l’architetto giordano Mohammad Hannoun (in foto), da anni residente a Genova, presidente dell’Associazione palestinesi in Italia, membro del Board of Directors dell’European Palestinians Conference e legale rappresentante di Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese.
Hannoun è ritenuto dagli investigatori un membro del gruppo Hamas, riconosciuto come terroristico dall’Unione Europea, nella sezione estera. Per gli inquirenti sarebbe il capo della cellula italiana dell’associazione palestinese. Secondo gli inquirenti, i fondi raccolti attraverso manifestazioni, attività di sensibilizzazione da Abspp e Associazione benefica La Cupola d’Oro, (con sede a Milano, costituita il 1° dicembre 2023, di cui è legale rappresentante Khalil Abu Deiah) in favore del popolo di Gaza, stremato dalla guerra, sarebbero stati destinati per oltre il 71% (circa) ad associazioni gazawe di charity direttamente riconducibili sia all’area politica che a quella militare di Hamas e da questi impegnate sia per finanziare le attività terroristiche che forme di supporto alle famiglie di militanti.
Perquisizioni personali in Nord e centro Italia, tra Genova, Roma e Milano. Il capoluogo ligure considerato il fulcro delle attività criminali contestate, con un ufficio secondario a Milano.