DAI TAGLIATORI DI PIETRE AI BAMBINI PRESI A BASTONATE: LA DURA REALTA' DELLA SIERRA LEONE VISTA DALLO PSICOLOGO RAVERA
Sanremo - "Stando qui non posso fare a meno di osservare il mondo che mi circonda. Vediamo tanti bambini con gravi problemi e ci accorgiamo che sono il frutto di una mancanza di cura, di amore e di attenzione. Non potete immaginare quanti sono i bambini affetti da una grave condizione di sofferenza, di dolore e di solitudine. Ieri uno dei nuovi bambini, un piccolino con l'aria spaurita, ci faceva capire che suo padre lo picchiava con il bastone". Inizia così il racconto di Roberto Ravera, psicologo sanremese, missionario in Sierra Leone, che racconta le proprie esperienze a contatto con una dura realtà: quella di popolazioni del terzo mondo, costrette a vivere in condizioni disumane, senza i minimi servizi essenziali.
"Ha un'aria talmente spaventata che sembra un gattino bagnato - prosegue Ravera -. Stamattina, abbracciandolo, gli ho chiesto se preferiva tornare a casa o stare con noi. Immaginavo la risposta, ma sentirlo dire con voce flebile "qui" e poi vederlo correre con gli altri bambini mi ha dato una grande gioia. Sono oltre i cento i bambini che sono ospitati da noi nel 2016".
E poi. "In questo anno siamo già andati oltre. Ma osservando il mondo da cui provengono penso che sia ancora una goccia nel mare. Vi voglio far vedere un piccolo documento fotografico che testimonia come qui la vita possa essere dura oltre ogni estremo. Questa è una delle tante cave a cielo aperto che ci sono in Sierra Leone. Si tratta di migliaia di poveretti, tra cui tanti minori, che spaccano pietre, per ridurle della misura idonea per le costruzioni. Dalla mattina alla sera gli adulti spaccano grossi massi e alle donne e ai bambini il compito di ridurle attraverso l'uso di mazze. E' in questo mondo che si rappresenta l'inferno: essere condannati a spaccare pietre con un sole bestiale, in mezzo alla polvere e per quattro spiccioli. Qui non c'è futuro, qui non si conta nulla e quando si torna alle baracche la sera, non rimane che prendersela con i bambini".
Conclude Ravera: "Così almeno imparano presto quanto è dura la vita, che si deve combattere e non avere scrupoli e non aspettarsi nulla. E' da questo medioevo moderno che nascono le disperazioni e l'ignoranza che distrugge l'infanzia, in una specie di circolo vizioso dal quale è quasi impossibile uscire. Per questo, quando uno di questi bambini viene da noi, ci sentiamo di provare con tutte le forze a cambiare qualcosa, a dare delle opportunità. Quello che basta per leccarsi le ferite e ricominciare. A loro serve il giusto per cominciare a credere in qualcuno di affidabile".