Scullino querelato: gli avvocati "E' libertà di pensiero"

Gli avvocati ventimigliesi a sostegno della coalizione per Scullino Sindaco esprimono, con un comunicato congiunto, piena solidarietà a Gaetano Scullino

Scullino querelato: gli avvocati "E' libertà di pensiero"
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Scullino querelato

Gli avvocati ventimigliesi a sostegno della coalizione per Scullino Sindaco esprimono, con un comunicato congiunto, piena solidarietà a Gaetano Scullino, querelato dall'agronomo Roberto Garzoglio, per le affermazioni rese in un video in cui si sospettava, con la propria perizia, che avesse fatto abbattere alcune decine di alberi ai giardini pubblici per poi guadagnare con la piantumazione.

"Le dichiarazioni rese da Gaetano Scullino durante la diretta sul social network Facebook presso i Giardini Mons. Tommaso Reggio di Ventimiglia non appaiono in alcun modo lesive dell'onore e del decoro dell'agronomo Roberto Garzoglio", affermano gli avvocati: Giorgio Valfrè per Forza Italia; Cristina Sismondini per Fratelli d'Italia; Mabel Riolfo per Lega; Tiziana Panetta per Scullino Sindaco Dott. Maurizio Alberti per Scullino Sindaco e Pio Guido Felici per Ventimiglia nel Cuore.

Diritto di critica

"Appare, ictu oculi, evidente che ogni riferimento viene espresso in forma dubitativa e anche per tale effetto non emerge alcuna affermazione suscettibile di rilievo penale. Tutto ciò anche alla luce della recente giurisprudenza di merito che in ordine al rapporto tra diritto di critica e diffamazione si è spinta oltre statuendo che “posto che qualunque critica che concerna persone è idonea a incidere in qualche modo in senso negativo sulla reputazione di qualcuno, escludere il diritto di critica ogniqualvolta leda, sia pure in modo minimo, la reputazione di taluno significherebbe negare il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero".

E poi. "Pertanto il diritto di critica può essere esercitato utilizzando espressioni di qualsiasi tipo anche lesive della reputazione altrui, purchè siano strumentalmente collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dall'opinione o comportamento preso di mira e non si risolvano in un'aggressione gratuita e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato. Consegue che non è giuridicamente né logicamente corretto sostenere il prevalere del diritto all'onore ed alla reputazione sul diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero in chiave critica, anche in presenza di capacità lesive estremamente ridotte, tali, quindi, da non giustificare in nessun caso detta prevalenza” (Tribunale di Milano, Sez. I, 25/02/2019 nr. 1867)".

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