Bancarotta: chieste 10 condanne, e c'è chi scomoda pure l'Opus Dei
Si è conclusa davanti al tribunale collegiale di Imperia, con 10 richieste di pena, la requisitoria del pm Azzarà al processo per bancarotta e altri reati
Bancarotta
Si è conclusa, stamani, davanti al tribunale collegiale di Imperia, con 10 richieste di pena, la requisitoria del pm Luca Scorza Azzarà al processo per bancarotta e altri reati relativa a una inchiesta della Guardia di Finanza per bancarotta fraudolente e un presunto giro di carte clonate, con transazioni per 100mila euro finalizzate all’acquisto di viaggi, polizze assicurative e noleggio di auto. Di seguito le richieste di pena.
Le richieste di pena
Claudio Delle Castelli: 5 anni
Paolo Dulbecco: non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato
Ottavio Nonnis: 8 anni e 6.000 euro di multa
Tonino Pacino: 2 anni e 3 mesi e 800 euro
Marco Gorrieri: 3 anni e 1.000 euro
Domenico Melia: 3 anni e 1.000 eur
Donaldo Arieta: 2 anni e 6 mesi e 12mila euro
Badara Mbaye: 1 anno e 8 mesi e 6.000 euro
Ida Manfrinato: 2 anni e 1 mese e 8mila euro
Robertino Crocetta: 2 anni e 4 mesi e 10mila euro
Le indagini
condotte dalla Guardia di Finanza, sono partite nell'ottobre del 2010, per far luce sul fallimento della "Fiorita srl", di Taggia, società riconducibile a Claudio Delli Castelli (presidente e ad alla data del fallimento), operante nel commercio di fiori freschi, articoli per fioristi, macchinari e attrezzature agricole. Nel mirino debiti per oltre 1,5 milioni.
Secondo gli inquirenti
il tracollo sarebbe avvenuto tramite diverse "distrazione di denaro" ad opera di Castelli, ma con il placet -o per lo meno la mancata opposizione - degli altri consiglieri. Si parla anche del coinvolgimento, nei rapporti finanziari, dell'impresa Cave Srl (che gestisce un distributore di carburante), amministrata da Paolo Dulbecco, accusato di aver cambiato assegni, senza avere alcuna autorizzazione, quale intermediario finanziario.
Per l'accusa
che stamani ha depositato una memoria di svariate decine di pagine, Delli Castelli avrebbe sottratto dalle casse dell'azienda 520mila euro tramite assegni mascherati da normali pagamenti ai fornitori. Se segnalano anche fittizie prenotazioni alberghiere, anche per migliaia di euro con incasso del corrispettivo.
Il tutto grazie alla complicità di un albergatore che incassava il denaro, ad accredito avvenuto, per poi restituirlo all'organizzazione, trattenendo la percentuale. Secondo il pm: Nonnis cercava gli albergatori compiacenti e Fabbri effettuava le prenotazioni. La simulazione di soggiorni inesistenti e l'acquisto fittizio di beni mobili avveniva con carte clonate.
Le prenotazioni a nome dell'Opus Dei
C'è un caso risalente al 21 marzo 2011, in cui Fabbri, presentandosi come componente della prelatura dell'Opus Dei, prenota una camera per Gorrieri all'Hotel Royal di Sanremo, utilizzando una carta American Express, che secondo la Global Security Investigations era intestata a un brasiliano.
C'è un altro caso, quello del Grand Hotel del Mare, in cui risulta che Gorrieri ha soggiornato a spese dell'Opus Dei di Madrid, ma è lo stesso Opus Dei, che dopo aver ricevuto le fatture del Grand Hotel, afferma di non riconoscere Gorrieri. Il Collegio, presieduto dal giudice Donatella Aschero (con Antonio Romano e Francesca Minieri a latere), ha rinviato al prossimo 17 settembre.
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