Disastro ambientale: avvisi di garanzia per il depuratore di Imperia
Indagini via mare, aria e terra hanno permesso ai militari della Guardia Costiera di identificare la "natura illecita delle lavorazioni"
Avvisi di garanzia disastro ambientale ai vertici delle società che in questi anni hanno gestito il depuratore di Imperia. Lo comunica con una nota la Guardia Costiera di Imperia
Disastro ambientale: concluse le indagini preliminari
A conclusione delle indagini preliminari, condotte nell’ambito di una lunga e complessa attività di polizia giudiziaria incentrata sul depuratore di Imperia, condotta dalla locale Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, sotto lo stretto coordinamento dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Imperia, i militari appartenenti all’Autorità Marittima imperiese hanno notificato ai dirigenti delle società che negli ultimi anni si sono succedute nella gestione, responsabili dell’illecita attività, gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, in quanto indagati per i reati di inquinamento ambientale previsto dall’art. 452 bis e quinques del codice penale, per getto pericoloso di cose di cui all’art. 674 del codice penale le per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità ai sensi dell’art. 650 del codice penale.
Le indagini sul disastro ambientale compiute con metodo "tridimensionale"
Le accurate indagini di polizia, caratterizzate da un approccio operativo integrato di tutte le componenti specialistiche del corpo sono state condotte su tre livelli dimensionali:
dal mare: per effettuare campionamenti delle acque e verificare, attraverso il personale del V Nucleo Subacqueo della Guardia Costiera di Genova, le concrete precarie condizioni strutturali delle condotte (principale e di emergenza) del depuratore di Imperia;
dall’aria: per rilevare, attraverso l’impiego di elicotteri della Sezione Elicotteri della Guardia Costiera di Sarzana, equipaggiati di sofisticati sistemi di telerilevamento, la presenza di sostanze estranee all’ambiente marino misurando la differenza termica derivante dall’immissione delle sostanze inquinanti.
Da terra: sia per effettuare le necessarie operazioni di campionamento in diversi punti sensibili tramite non solo il personale militare qualificato, ma anche con il supporto del personale specializzato del C.N.R., individuando, in acqua, la presenza di inquinamenti provenienti da sostanze chimiche, organiche e di tipo fecale ed in particolare notevoli percentuali di batterio escherichia coli; sia per svolgere unitamente al personale dell’A.R.P.A.L. Dipartimento di Imperia e del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, le verifiche incrociate degli elementi investigativi raccolti nel corso delle indagini, attraverso mirate attività controlli sull’efficienza degli impianti di depurazione.
Natura illecita delle lavorazioni
Quanto sopra ha permesso di ricostruire dal punto di vista amministrativo, tecnico ed esecutivo la natura illecita della gestione delle lavorazioni di riparazione del rilancio in mare del depuratore e cristallizzare lo sversamento prolungato dei reflui non depurati direttamente in
mare, causando una significativa compromissione dell’importante matrice ambientale delle coste imperiesi, tra l’altro a ridosso di un periodo dell’anno caratterizzato da alta densità turistica.