"Io licenziata dal supermercato per il color rosso ciliegia dei miei capelli"
Una commessa di 22 anni, Greta Viola, afferma di essere stata licenziata da un supermercato per il colore dei capelli
La denuncia pubblica di una commessa imperiese
Una commessa di 22 anni, Greta Viola, di Ranzo, in provincia di Imperia, afferma di essere stata licenziata da un supermercato, prima del termine del periodo di prova, per la tinta dei suoi capelli: rosso ciliegia. La ragazza inizia a lavorare il 24 maggio e il 3 luglio scorso è stata lasciata a casa. "Al momento del colloquio di lavoro avevo i capelli della mia tinta naturale, color castano e non c'è stato nessun problema - afferma Greta -. I problemi sono iniziati, quando ho tinto i capelli. Il mio ruolo nel supermercato avrebbe dovuto essere il servizio drive: servire gli gli utenti che effettuano la spesa online e la ritirano in auto". Dopo qualche giorno alle casse e qualche altro al drive, Greta viene spostata allo "scatolame".
Dopo aver cambiato colore ai capelli iniziano i problemi
"Il servizio è attivo dalle 6 alle 9.30 del mattino, quando il supermercato è ancora chiuso - aggiunge -. Dopo qualche giorno ho cominciato a ritenere che ci fossero dei problemi con la mia persona, mi sono chiesta: 'Forse ho sbagliato qualcosa'. Alla fine mi hanno fatto capire che il problema era il colore dei miei capelli, ma non c'era scritto da nessuna parte il divieto di tingersi i capelli di un determinato colore: né nel contratto e neppure nel regolamento del supermercato".
A quanto racconta Greta, la direzione le consiglia di scurirsi i capelli e lei procede, facendoli diventare mogano, un colore meno appariscente del "ciliegia". "Torno così alla postazione drive e mi avevano pure garantito che non sarei stata licenziata. Tra l'altro, assieme ad altre ragazze vengo pure promossa capo reparto".
L'epilogo il 3 luglio scorso
Cosa succede allora? "Il 3 luglio vengo di nuovo convocata dalla direzione. Mi dicono che il mio periodo di prova sarebbe finito lì. Io chiedo, il perché e loro rispondono, che nel fare la spesa per un cliente, che aveva ordinato online, avevo inserito una confezione di prosciutto, che dopo qualche giorno è diventato nero in frigorifero, forse era andato a male. Ma quel prosciutto, però, non era scaduto, non era colpa mia. Alla fine qualcuno mi ha fatto capire che non seguivo i canoni estetici dell'azienda".