La guerra sul testamento Agnesi si chiude con una condanna
Il giudice Bossi, ha condannato, in primo grado, a 2 anni di reclusione, con l’accusa di falsità in testamento olografo, Lucia Salvatore
Testamento Agnesi
Il giudice monocratico di Imperia, Marta Maria Bossi, ha condannato, in primo grado, a 2 anni di reclusione, con l’accusa di falsità in testamento olografo: Salvatore Lucia, l'ex autista delle sorelle Caterina e Rosa Maria Berio, morte nel 2008, lasciando un'eredità complessiva di circa 15 milioni di euro tra immobili e terreni appartenenti al patrimonio Agnesi, lo storico pastificio imperiese, chiuso nel dicembre del 2016 dal Gruppo Colussi.
I fatti
Lucia, che diceva di essere in possesso di un testamento scritto di proprio pugno da Rosa Maria, il 12 febbraio del 2012, rivendicava il cinquanta per cento dell'eredità, quindi circa 7,5 milioni.
A chiamare in causa quest'ultimo - sia in sede civile, che penale - è Pietro (detto Pucci) Agnesi, cugino alla lontana delle due sorelle, che afferma di essere in possesso di due testamenti, uno di Caterina e l'altro di Maria Rosa, antecedenti a quello di Lucia.
Nei confronti di Salvatore Lucia - condannato anche in base a una perizia grafologica - il giudice ha disposto anche una provvisionale di duemila euro. “Aspettiamo le motivazioni e la sentenza verrà appellata - afferma l’avvocato della difesa, Enrico Amalberti -. Nel corso dell’esame, il mio assistito ha raccontato nei dettagli la storia, dimostrandosi credibile”.
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