Se siete di passaggio a Sanremo, non potete non visitare la Pigna: il caratteristico quartiere medievale situato a poca distanza dal Casinò, dal teatro Ariston e dal mare.
Una città nella città nata per esigenze difensive
Un quartiere unico, arroccato sulla collina e nato per ampliamenti successivi che si sono sviluppati come le squame di una pigna, da cui trae il nome. Al suo interno potete vedere palazzi storici, piazze e diverse porte antiche ma quello che vi colpirà è l’atmosfera di questa città nella città che parte dalle vie dello shopping e, attraverso una successione di carrugi, chiese e angolini suggestivi (tutti rigorosamente in salita) conduce fino ai giardini della Regina Elena da cui potrete contemplare la città e parte della costa dall’alto.
Nata attorno a un nucleo storico fondato nel Mille, la Pigna era una cittadella fortificata, edificata per difendere gli abitanti dalle frequenti incursioni dei pirati barbareschi provenienti dalla Spagna e dall’Africa del Nord. Qui le case sono fortezze, cresciute le une addosso alle altre, con accessi rialzati rispetto alla strada raggiungibili con dei gradini che, in caso di attacco, potevano essere facilmente smantellati. Il percorso per visitarla dura circa un’ora, tempo che potrete dilatare a vostro uso e consumo curiosando tra le botteghe artigiane, dal tipico profumo di ulivo, come Art Atelier, o cercando i pesci dipinti nei vicoli dall’artista-professore Tuttomat, al secolo Andrea Salvaggio, per fermarvi poi per un aperitivo al Piña Social Club o per cenare in uno dei tanti locali dove provare specialità liguri o cibi esotici.
Cosa vedere
La passeggiata nella Pigna comincia dalla trecentesca Porta di Santo Stefano, un arco di pietra in stile gotico che funge da divisione tra la città moderna e quella antica. Da qui potete raggiungere la Piazza dei Dolori, dove si affacciano l’oratorio della Madonna dei Sette Dolori, il palazzo Gentile-Spinola, un tempo residenza di vacanza della famiglia dei podestà di Genova, attualmente proprietà del Comune e l’Oratorio di San Sebastiano. Realizzato dopo la peste del 1502, è uno degli edifici religiosi sanremesi più rappresentativi del primo Rinascimento, con un porticato risalente al 1642.
Piazza Santa Brigida, invece, ha sempre rappresentato un luogo di incontro e ancora oggi vi si svolgono i mercati e, durante l’estate, il cinema all’aperto. Qui si affacciano l’omonima chiesa sconsacrata trasformata in centro culturale e sede di eventi culturali e musicali e l’Oratorio di San Costanzo, che è ciò che resta dell’’antichissima Chiesa dei S. Pietro e Paolo, distrutta dal terremoto del 1887. Riedificata nel 1897, fu dedicata al martire Tebèo Costanzo, che si diceva preservasse dalle febbri, al suo interno sono conservate le reliquie di un braccio e una mandibola del santo e il corpo del santo guerriero Faustino, protettore dei fioristi.
Tra giardini e cisterne sotterranee: un quartiere interamente da scoprire
Al di sotto della salita che conduce al Santuario della Madonna della Costa, si trovano i Giardini Regina Elena, realizzati alla fine dell’Ottocento per la Regina Elena di Montenegro, moglie del re Vittorio Emanuele III, da cui si gode una vista incantevole. Il Santuario barocco della Madonna della Costa è stato edificato nel 1630 per volere di un marinaio che, scampato ai pirati, scelse questo modo per ringraziare la Madonna della Costa, protettrice dai pericoli del mare. Al suo interno potrete ammirare numerosi ex voto e un gruppo statuario ligneo dello scultore genovese Anton Maria Maragliano. Da vedere ancora la suggestiva piazza tardo medievale della Cisterna, sotto la quale è posizionata una grande cisterna per la raccolta e lo smistamento delle acque piovane, fondamentale per molto tempo per la sopravvivenza della città. La Chiesa di San Giuseppe, di origine seicentesca ma ultimata solo nell’800, è tra le più sfarzose del borgo e contiene soluzioni decisamente creative come un abbeveratoio per cavalli e muli, collocato dal comune nel 1928 presso la stazione ferroviaria e poi negli anni ’50 spostato nella chiesa e usato come altare e un pozzo da giardino riutilizzato come fonte battesimale. A fianco della chiesa si trova la Porta di San Giuseppe, con la caratteristica “caditoia”, cioè apertura a tre bocche, da cui nel Medioevo si versava olio bollente sugli assalitori e la fontanella sormontata da un’enorme pigna in pietra, simbolo del borgo.
Immancabile ancora una visita in via Palma, una volta via principale del quartiere su cui si affacciavano le abitazioni delle famiglie più illustri come casa Manara (al numero 21), che ospitò papa Paolo III, al secolo Alessandro Farnese, nella notte tra il 17 e il 18 maggio 1583 e il Palazzo dei Conti Sapia Rossi dove soggiornò Napoleone Bonaparte nel 1794, all’epoca “solo” comandante delle Artiglierie dell’esercito francese. La Torre Saracena risale al periodo compreso tra l’agosto e l’ottobre del 1550, quando le autorità comunali, in seguito al moltiplicarsi delle incursioni barbaresche, decisero di rinforzare le mura cittadine attraverso l’erezione dell’attuale torre.