La scure del lockdown grava sul Festival di Sanremo

La scure del lockdown grava sul Festival di Sanremo
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Intervista al sindaco Alberto Biancheri

"Oggi mi sono sentito con Toti e l'Asl e so che decideranno nei prossimi giorni. Proprio ora, che avevamo riaperto, vedere di nuovo tutto chiuso sarebbe un duro colpo per l'economia locale. Ci auguriamo che si possa gestire l'emergenza sanitaria, senza creare troppi danni alla città".

A parlare è il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, che così interviene sul rischio dell'istituzione di una "zona rossa" o "arancione" nell'estremo ponente ligure, a causa del boom di contagi, che da alcuni giorni interessa la zona tra il confine di Stato e la città dei Fiori.

Sul Festival di Sanremo la scure del lockdown

Sul Festival di Sanremo (2-6 marzo), dunque, grava la scure del lockdown, anche se eventuali zone rosse potrebbero essere istituite a macchia di leopardo nel Ponente della Liguria. Se davvero le restrizioni durassero soltanto due settimane, come si vocifera, la gara canora sarebbe salva, ma il timore che possano scattare restrizioni nel periodo più caldo dell'anno per Sanremo, solleva non pochi interrogativi.

Specie dopo le recenti dichiarazioni del Prefetto di Imperia, Alberto Intini, che proprio ieri a margine di un vertice sul Festival con Asl, Comune e forze dell'ordine, aveva escluso la necessità di zone rosse, ma si sa che la situazione è in costante divenire e non riguarda solo Sanremo.

Nel mirino anche i frontalieri e Ventimiglia

Nel mirino c'è anche Ventimiglia, dove la presenza di migliaia di frontalieri, che lavorano in Francia o nel Principato di Monaco, potrebbe essere all'origine di questa escalation di contagi, considerato che la Costa Azzurra è tra le zone più colpite dal virus della Francia. Lo stesso Toti aveva parlato delle necessità di vaccinare tutti i frontalieri.

"In questo momento - conclude Biancheri - non sappiamo di più. Capiamo qual è il quadro, anche le evoluzioni, cercheremo tutti assieme di trovare la soluzione migliore. Non posso dire no a zone rosse o arancioni, perché non  si tratta di un capriccio, ma speriamo che il danno resti il più contenuto possibile”.

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