CONFERENZA A DIANO MARINA

Mafia, Procuratore Lari: "Obiettivo è contrastare il reinvestimento di capitali"

“Le indagini attestano sicuramente un grosso traffico di stupefacenti, ma credo che in realtà l'obiettivo dovrebbe essere un altro"

Mafia, Procuratore Lari: "Obiettivo è contrastare il reinvestimento di capitali"
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Le indagini attestano sicuramente un grosso traffico di stupefacenti, ma credo che in realtà l'obiettivo dovrebbe essere un altro: quello del rivestimento di capitali, anche di grossi capitali. Il problema è la difficoltà di dimostrarlo, perché ovviamente mentre il traffico di droga ha più traccia, qui stiamo parlando di società prestanome, che arrivano da fuori o dall’estero”.

Lo ha detto il procuratore di Imperia, Alberto Lari

in serata, alla conferenza dal titolo “La mafia nel Ponente ligure”, organizzata dalla Commissione antimafia e dal Comune di Diano Marina, in sala consiliare.

Questa è un'attività d'indagine molto complessa - ha aggiunto - e quindi in quello credo che siamo ancora parecchio indietro. Ci sarebbero da scoprire tante cose, ma forse non ci siamo ancora riusciti”.

Parlando della criminalità organizzata nell’Imperiese, Lari ha detto

E’ uno dei quadri su cui bisogna prestare la maggiore attenzione. Ormai è assodato che il Ponente ligure, rispetto alle altre parti della Regione Liguria, è quello dove l'insediamento della mafia è più numeroso. Poi ovviamente vi è una dislocazione territoriale che, almeno dal punto di vista processuale, non riguarda tutte le località della provincia d’Imperia. Però su diverse, diciamo che ormai c'è un accertamento giudiziario definitivo che attesta la presenza della mafia in questo territorio”.

Presente all’incontro anche l’ex procuratore distrettuale antimafia di Genova, Michele Di Lecce

il quale ha sottolineato come: “Dall’origine della presenza mafiosa, delle varie mafie nella Liguria, il Ponente è sempre stato una zona di rilievo: Già parliamo degli anni ’50 (del secolo scorso, ndr), per i primi sintomi. Poi ci sono state fasi di alti e bassi, comunque ormai le varie mafie, soprattutto la 'ndrangheta, in Liguria è stabile, non è più un problema di infiltrazione, ma di presenza costante e continua, con le trasformazioni che anche la ‘ndrangheta e anche in Liguria, questa organizzazione ha avuto con il passaggio molto da una fase, per così dire, più violenta, con più atti eclatanti, a una fase ancora meno visibile di quando non fosse inizialmente, ma molto più pericolosa, perché attacca l'economia e, direi, a volte anche i principi di convivenza civile nelle varie zone, ma in un modo progressivo, partendo prevalentemente da insediamenti medi o piccoli, sia a livello sociale sia a livello imprenditoriale. Quindi senza, ancora una volta, gesti simbolici o motivi. E questo è un dato particolare, poi i procedimenti hanno evidenziato che comunque nell'area del Ponente ovviamente c'erano le locali di Ventimiglia con l'appendice di Bordighera. C'era la camera di passaggio a Ventimiglia per tenere i collegamenti e il coordinamento con le attività illecite dell'area del Ponente e quelle compiute nella Costa Azzurra o comunque nell'area limitrofa francese”.

E anche in quest'area del Dianese, comunque, per la droga, anche recentemente.

“Certo, anche nell'area Savonese, soprattutto nel settore dell'edilizia originariamente, poi con la trasformazione sempre più forte in società economiche, oltre che produttive, delle organizzazioni mafiose, le caratterizzazioni di area produttiva, per così dire, sfumano un po’, perché si riconduce tutto poi a un livello economico. Però rimane comunque la presenza nei settori più tradizionali, che si sono certamente allargati anche a quello genericamente del turismo: diciamo la ristorazione, l’alberghiero e via dicendo”.

E oggi lo Stato ha maggiori strumenti rispetto al passato per contrastarlo?

“Sì, gli elementi ci sono perché sono quelli di cui si è dotato lo Stato, già da un po' di tempo, almeno dal 1982, prima non c'erano. Però è soprattutto questa trasformazione che oggi consente forse di fare qualcosa di più. Perché in passato, spesso, le organizzazioni criminali, ma non solo in Liguria, di fatto non si sono contrapposte allo Stato, ma si sono affiancate allo Stato. E quindi questo ha reso, in passato, molto più difficile, ovviamente di quanto già non fosse diversa una attività di contrasto a queste forze criminali”.

Lei ha detto “c'era una locale a Ventimiglia, l'appendice a Bordighera”. Ora che sono arrivate le condanne definitive, possiamo stare più tranquilli?

“Non direi più tranquilli, nel senso che io non ho elementi oggi per dire che siano ancora attive quelle forme di aggregazione. Però, per esperienza difficilmente questi nuclei periferici dell'organizzazione chiudono per mancanza di affiliati, normalmente non accade.

Fabrizio Tenerelli

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