Occupazione. In provincia di Imperia il tasso è del +1,9%, in controtendenza rispetto alla media nazionale
La Liguria è tra le regioni in cui l'occupazione cresce di più, rispetto alla media italiana, tra 2021 e 2020.
I dati di confartigianato
È tra le regioni in cui il dato sull'occupazione aumenta maggiormente rispetto al 2020. Nonostante alcuni gap da recuperare sul 2019, la Liguria si dimostra più resiliente di altre regioni. Grasso (Confartigianato): «Ci auguriamo che il prolungamento del conflitto ucraino e la crisi energetica non frenino questo percorso di recupero del mercato del lavoro»
La Liguria è tra le regioni in cui l'occupazione cresce di più, rispetto alla media italiana, tra 2021 e 2020. Ma c'è ancora da recuperare qualcosa rispetto ai dati pre-Covid. Secondo l'ultima analisi dell'Ufficio studi di Confartigianato (dati Istat), nella nostra regione nel 2021 gli occupati dipendenti crescono del 2,6% rispetto al 2020 e si attestano sulle 595 mila unità. Rispetto al 2019 l'andamento risulta però in calo dell'1,2% (-7% quella indipendente). A livello nazionale, la crescita sul 2020 è dello 0,8%, mentre dal confronto sul 2019 emerge un gap del 2,4%: crescono solo le costruzioni (+8,4%), sulla spinta dei bonus fiscali, mentre il manifatturiero esteso è in calo dell’1,7% e i servizi del 3,7%.
Guardando alle province, in valori assoluti, nel 2021 a Genova si contano 327 mila occupati, di cui 147 mila donne. 26 mila disoccupati e 146 mila inattivi (over 15). 103 mila occupati a Savona (di cui 44 mila donne), 8 mila disoccupati e 52 mila inattivi. Alla Spezia si contano 87 mila persone occupate (di cui 37 mila donne), 9 mila disoccupati e 38 mila
inattivi. Infine, a Imperia sono 78 mila gli occupati (di cui 35 mila donne), 10 mila disoccupati e 41 mila inattivi.
«Il prolungamento della guerra in Ucraina, l'amplificazione della crisi energetica e il persistere delle criticità nel reperimento e prezzi delle materie prime potrebbero interrompere il percorso di recupero del mercato del lavoro dopo la recessione causata dalla pandemia – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Ci auguriamo non sia così: i dati dimostrano che la Liguria, nonostante un gap occupazionale da recuperare in confronto al 2019, risulta più resiliente rispetto ad altre regioni d'Italia, con alcune province, in particolare, che mostrano importanti segnali positivi».
Osservando i dati relativi al tasso occupazionale, in Italia il dato peggiora rispetto al livello del 2019, diminuendo dello 0,8%. La Liguria spicca invece tra le cinque regioni in cui il tasso di occupazione del 2021 supera quello del 2019 (63,5%, +0,3 in confronto al dato pre-Covid). Diminuisce inoltre il tasso di disoccupazione (8,4%), sia rispetto al 2020 (-0,1%), sia rispetto al 2019 (-1,2%). Il tasso regionale di inattività (30,6%), diminuisce del 2,2% sul 2020 ma risulta ancora in aumento dello 0,6% rispetto al 2019.
Inoltre, Genova, Imperia e La Spezia sono tra le 33 province con una crescita sul 2020 doppia rispetto alla media (sono 70 le province in crescita). Nel capoluogo ligure il tasso di occupazione aumenta del 2,4%, a Imperia e alla Spezia dell'1,9%. Solo Savona non recupera rispetto al pre-Covid.
Sul trend del mercato del lavoro influisce anche un'altra variabile, quella della difficoltà di reperimento: in Liguria tale percentuale si attesta, ad aprile 2022, al 36,9%, aumentata di 11,3 punti base rispetto al dato del 2019. In Italia la quota di professioni difficili da trovare sul mercato è sul 40,4% (era il 26,5% nel 2019). «Per la maggior parte si
tratta di figure specializzate che troverebbero impiego nel settore manifatturiero, ma anche nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici», precisa Grasso.