Omicidio colposo: nuove accusa per i bagnini imputati della morte di Feola
Nella nuova ipotesi accusatoria, il pm contesta ai due bagnini - difesi dall'avvocato Annoni - di non aver ispezionato il fondale della baia
Omicidio colposo
Il pubblico ministero Maria Paola Marrali ha chiesto un'integrazione del capo di imputazione, oggi, a margine dell'udienza, davanti al giudice Laura Russo, nei confronti di ldo De Notaris, 68 anni, e Caterina Pandolfi, 22 anni, i due bagnini accusati di concorso in omicidio colposo e condotta omissiva, in merito alla morte di Alessandro Feola, l'imprenditore di Imperia che, il 25 luglio del 2015, è annegato, nello specchio acqueo di fronte allo stabilimento "Papeete", nel tentativo di salvare il giovane, che all'epoca aveva 15 anni, in difficoltà a causa del mare agitato. Proprio a fronte di questa richiesta è stata rinviata la discussione che avrebbe dovuto tenersi stamattina.
Nella nuova ipotesi accusatoria, il pm contesta ai due bagnini - difesi dall'avvocato Eminio Annoni - di non aver ispezionato il fondale della baia, per analizzarne le condizioni; inoltre, avrebbero dovuto dotarsi di una strumentazione facoltativa, tra cui un caschetto e un rescue tube. Si tratta, dunque, di un giudizio controfattuale in cui l'azione doverosa omessa andrà valutata ex ante e non ex post. Il processo è stato aggiornato al prossimo 25 settembre. Feola morì nel tentativo di soccorrere il figlio, che si trovava in difficoltà nel mare agitato.
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