"Contro le disuguaglianze"

Ottobre di Pace: lo studente e l'attivista contro la guerra

Conferenza alla Federazione Operaia Sanremese. I relatori Antonio De Lellis e Pietro Pizzo

Ottobre di Pace: lo studente e l'attivista contro la guerra
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Saranno Antonio De Lellis, storico attivista dell'area sociale e cristiana, esperto di economia e Pietro Pizzo, studente universitario e anima dei Fridays for Future ponentini  i relatori della conferenza  “Disarmo e natura, per un’economia della pace” che si terrà il prossimo 21 ottobre alle ore 17:30, presso la Federazione Operaia Sanremese, in Via Corradi 47.

 

 

Ottobre di Pace "Queste sono guerre contro la terra"

«Se la guerra è indissolubilmente intrecciata con la catastrofe ambientale e climatica in corso -scrivono gli organizzatori, presentando la giornata di studi- , la pace resta ormai la condizione per la conversione ecologica. Non si può perseguire questa senza dire no a tutte le armi. Poiché nulla può essere difeso in una logica di corsa agli armamenti, mentre tutto può essere perso nella dialettica di un confronto armato, per tentare di risolvere i conflitti. Quelle in atto sono guerre contro la terra perché minacciano la vita, consumano più risorse e producono emissioni destinate ad avere un profondo impatto sul clima, peggiorando una situazione già tragica».

 

"Superare le disuguaglianze e le iniquità"

«I nuovi processi sociali  -continuano- dovranno sempre più fare i conti con disarmo, natura e accoglienza, che sono il DNA di qualunque forma di società futura. Superare le diseguaglianze e le iniquità sarà possibile dentro una revisione fondamentale delle strutture del debito che incatenano interi popoli. Questo è inderogabile e attuabile, ma dentro una logica economica che riscopra il proprio alveo naturale di scienza sociale e non piegata al potere dei forti, ma alla forza di abitanti liberi dalla cecità che riproduce continuamente una classe politica non all’altezza delle sfide epocali dinanzi alle quali ci troviamo».

 

Ottobre di Pace sull'orlo del precipizio sociale

«Oggi -concludono-  siamo sull’orlo di un precipizio sociale, antropologico, ambientale, economico: con uno stile il meno dogmatico possibile, occorre scegliere l’opzione di un’economia della pace, della cura, contro e oltre l’economia della guerra e del profitto».

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