Islamici in Italia

"Rispettiamo le disposizioni, ma chiediamo spazi ad hoc per pregare"

"Preghiamo l’Iddio affinché voglia debellare al più presto questo male che affligge il nostro paese e il mondo intero"

"Rispettiamo le disposizioni, ma chiediamo spazi ad hoc per pregare"
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Con una nota stampa, L'UCOII (Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia), lancia un appello per i suoi associati.

"Rispettiamo le disposizioni, ma chiediamo spazi ad hoc per pregare"

“È importante continuare a rispettare le disposizioni del governo per superare questa situazione di emergenza” afferma il Presidente di UCOII Yassine Lafram, “ma chiediamo fermamente che vengano messe a disposizione il prima possibile delle misure ad hoc che permettano ai fedeli di partecipare alle preghiere congregazionali in condizioni di sicurezza. Basta con questa vaghezza, senza certezze per i nostri fedeli che stanno vivendo il Ramadan in lutto” aggiunge Lafram. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 Aprile 2020, esposto durante la conferenza stampa del Primo Ministro, prevede le misure di contenimento che verranno prese dal 4 Maggio, la cosiddetta “Fase 2”. Pertanto non sarà ancora possibile recarsi nei luoghi di culto per pregare, per questo motivo l’UCOII chiede dei protocolli che regolarizzino le preghiere nei centri di culto in tutta sicurezza. In ottemperanza dei nuovi dispositivi ministeriali, si esortano quindi i Presidenti e referenti delle Comunità islamiche italiane di tutta Italia a mantenere responsabilmente i centri di culto chiusi fino a nuove direttive da parte del governo. Le uniche funzioni religiose consentite dalle nuove disposizioni saranno i funerali, che devono essere ristretti a una cerchia di parenti fino a un massimo di 15 persone, anche in questi casi si rispettino rigorosamente le misure di sicurezza.
Stiamo entrando nella fase di convivenza col virus, è necessario quindi mantenere la distanza sociale e utilizzare i dispositivi di protezione individuale anche nelle future cerimonie religiose, al fine di scongiurare nuovi picchi di contagi. Siamo consapevoli che il Ramadan in quarantena, senza le consuete preghiere di comunità, è difficile e inusuale, ma dobbiamo continuare ad essere pazienti per tutelare la vita dei più deboli e tornare alla normalità al quanto prima. Preghiamo l’Iddio affinché voglia debellare al più presto questo male che affligge il nostro paese e il mondo intero"

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