Toti: "Ritorno alla normalità dopo l'estate? Non c'è tutto questo tempo"
Dopo questo Decreto che chiude tutta l’Italia senza quella discontinuità che avremmo sperato sui criteri, nessuno può immaginare di far fare agli italiani una primavera e un’estate chiusi in casa, senza lavoro e senza nessuna socialità.
Il post su facebook di Giovanni Toti
Il presidente Giovanni Toti è intervenuto con un post su facebook sull'ipotesi di un ritorno alla normalità dopo l'estate.
"Leggo che qualcuno, anche nel Governo, immagina che si torni alla normalità dopo l’estate. Non c’è tutto questo tempo: l’estate vale miliardi di Pil e lavoro. Ristoranti, bar, hotel, porti e marine, locali, stabilimenti balneari e molto molto altro. - scrive il presidente Toti - Dopo questo Decreto che chiude tutta l’Italia senza quella discontinuità che avremmo sperato sui criteri, nessuno può immaginare di far fare agli italiani una primavera e un’estate chiusi in casa, senza lavoro e senza nessuna socialità.
Servono coraggio e poche cose per accelerare la campagna vaccinale e ridare all’Italia una speranza. Molti partiti che fino a ieri erano all’opposizione le promettevano ai cittadini.
È il tempo di dimostrare la capacità di passare dalle parole ai fatti. In particolare - precisa Toti che dà la sua ricetta - serve:
- semplificazione sulla legislazione dei vaccini, con regole che riducano la responsabilità di chi vaccina e allarghino decisamente la platea dei soggetti che possono farlo (operatori sanitari, farmacisti, volontari delle pubbliche assistenze debitamente formati, ecc).
- burocrazia più semplice per la anamnesi e il consenso informato, che oggi portano via fino a venti minuti a ciascun medico per ogni singola vaccinazione.
- regole che prevedano l’obbligo di vaccino per alcune categorie, come infermieri, operatori sanitari e medici, oppure regole che consentano di spostare da ruoli delicati persone che non volendosi vaccinare possono mettere altri a rischio.
- un cambio nel sistema degli ammortizzatori sociali, dando un ruolo alle imprese che riassumono i propri dipendenti.
- modifiche per le regole delle zone di rischio, allargando e restringendo le linee guida ma lasciando come ultima ratio le chiusure generalizzate e consentendo alle Regioni di decidere zona per zona. (Un esempio pratico: in zona gialla un ristorante può avere 100 coperti, in arancione 50, in rossa 20 e si chiude solo in zona di massimo rischio).
Qualcuno non sarà d’accordo. Qualcuno forse pensa ancora di proteggere il proprio orticello, basti pensare alla corsa di tante categorie per infilarsi per primi nella lista dei vaccinati.
Credo invece che servano ora scelte coraggiose che non guardino al privilegio di nessuno ma alla salvezza di tutti. Facciamole subito!