Un cappio nella borsa di Garibizzo: voleva suicidarsi o impiccare qualcuno? Il movente del tentato omicidio

Per questo gli inquirenti non escludono che fosse sua intenzione uccidere uno o entrambi i figli dell'avvocatessa, per poi suicidarsi

Un cappio nella borsa di Garibizzo: voleva suicidarsi o impiccare qualcuno? Il movente del tentato omicidio
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E' sicuramente legata alla cancellazione dal ruolo di un causa civile, perchè per due volte l'attore si è presentato, davanti al giudice, senza un difensore, la vendetta dell'ex medico Nadhir Garibizzo, 59 anni, di Imperia, catturato nel tardo pomeriggio di ieri dai carabinieri, dopo il tentativo di uccidere a coltellate il figlio dell'avvocato Elena Pezzetta, rea probabilmente di aver dismesso il mandato, circa un anno fa e di avergli così fatto perdere la causa. Garibizzo aveva con sé una borsa contenente una corda spessa due centimetri con tanto di cappio e nodo scorsoio già preparati.

Per questo gli inquirenti non escludono che fosse sua intenzione uccidere uno o entrambi i figli dell'avvocatessa, per poi suicidarsi. Ma non si esclude neppure che con quella corda, Garibizzo volesse impiccare i bambini o lo stesso avvocato.

Nella borsa, inoltre, sono stati trovati un'altra corda, dello spago per pacchi; e poi, due paia di mutandine, una tuta, un paio di ciabatte e un rasoio da barba, quasi come se presagisse di poter finire in carcere, nel caso in cui il proprio piano criminoso fosse fallito. Il movente: Garibizzo aveva in corso una causa civile con una impresa accusata di aver eseguito male dei lavori di sistemazione di un'autorimessa.

Dato il suo carattere, tuttavia, molti avvocati, si erano rifiutati di assisterlo o avevano dismesso il mandato. Tanto che l'uomo risulta aver denunciato una quarantina di legali. Tra questi c'è anche Pezzetta, con la quale aveva instaurato un rapporto più duraturo, che tuttavia si era interrotto.

La settimana scorsa, la cancellazione della causa dal ruolo. Causa che avrebbe potuto essere riaperta, ma probabilmente Garibizzo non lo sapeva, pensava di averla persa per sempre; pertanto, ha meditato di vendicarsi con l'avvocato.

Alcuni testimoni affermano di averlo visto aggirarsi nei pressi della villetta di Caramagna del legale, un paio di giorni prima dell'accaduto. I fatti. Garibizzo entra in casa approfittando del cancelletto aperto.

Il marito, infatti, attendeva la visita di un amico che doveva andare a prendere la figlioletta, dopo un pomeriggio trascorso con gli altri bambini. Tutto avviene nel giro di pochi istanti. Garibizzo entra in casa, seguito quasi a ruota dall'amico.

Chiede al marito di parlare con l'avvocato Pezzetta. Lui risponde che non c'è e di andarsene via. Così Garibizzo, senza nulla dire, si dirige verso il divano, tira fuori un coltello da cucina con la punta in fondo, di quelli per tagliare la carne, e si scaraventa sul bambino che è coricato.

A quel punto il padre gli si scaraventa addosso, con l'amico, entrato pochi istanti dopo. Gli grida "Stai fermo o ti ammazzo" e lui risponde "Magari", ma non replica con alcuna minaccia.

Nel tentativo di disarmarlo, i due uomini afferrano il coltello con le mani e si feriscono. Alla fine, però, lo immobilizzano sedendosi sopra e allertano i carabinieri, che sopraggiungono poco dopo.

Il procuratore capo di Imperia, Alberto Lari, lo interrogherà fino a dopo la mezzanotte, quando sarà decretato il suo arresto. Domani, quando i carabinieri depositeranno tutta la documentazione, il magistrato dovrebbe fissare l'interrogatorio di convalida che dovrebbe tenersi venerdì prossimo.

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