Il "Servo di Dio"

Una messa in suffragio del carabiniere-eroe Salvo D'Acquisto

La cerimonia in occasione degli ottant'anni dal sacrificio del vicebrigadiere ventitreenne

Una messa in suffragio del carabiniere-eroe Salvo D'Acquisto
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La diocesi di Ventimiglia-Sanremo celebrerà la figura del Servo di Dio (un individuo di comprovata virtù il cui processo di beatificazione è in corso) carabiniere-eroe Salvo D'Acquisto, che il 23 settembre del 1943 salvò 22 cittadini da un rastrellamento nazista, sacrificando la sua vita.

 

Una messa in suffragio di Salvo D'Acquisto

Alle 18:15, in occasione dell'ottantesimo anniversario dalla morte del Vicebrigadiere dei Carabinieri, il vescovo emerito della diocesi Alberto Maria Careggio celebrerà una messa in suffragio del Servo di Dio nella concattedrale di San Siro a Sanremo. Durante la cerimonia religiosa sarà ricordato anche il generale della Benemerita, Carlo Alberto dalla Chiesa, in occasione dei 41 anni dalla morte (assassinato il 3 settembre insieme alla moglie e a un agente di scorta pochi mesi dopo aver assunto l'incarico di Prefetto di Palermo con una strenua lotta a Cosa Nostra).

Salvo D'Acquisto, nato a Napoli il 17 ottobre del 1920 e arrolatosi nell'Arma dei Carabinieri Reali a 18 anni come volontario, combatté sul fronte Nord Africano, venendo anche ferito in uno scontro con le truppe inglesi e sopravvivendo una devastante febbre malarica, affrontata all'ospedale militare di Bengasi (Libia).  Ottenne il grado di Vicebrigadiere nel 1942  e il comando della stazione di Torrimpietra nel dicembre dello stesso anno, ritrovandosi alla guida dei militari per l'assenza di un Maresciallo. All'epoca, Torrimpietra era una borgata rurale a nord di Roma, lungo la via Aurelia, oggi frazione del comune di Fiumicino, nella Città Metropolitana di Roma  Nella giurisdizione dei militari rientrava anche la frazione di Palidoro, teatro dell'eroico sacrificio.

 

La morte eroica del Carabiniere Salvo D'Acquisto

Dopo l'8 settembre del 1943, un gruppo di paracadutisti tedeschi si acquartierò a Palidoro, in quella che fu già una Caserma della Guardia di Finanza: nel tardo pomeriggio del 22 settembre, alcuni militari, ispezionando delle casse di munizioni nella caserma, furono investiti dall'esplosione di una bomba a mano, o forse un ordigno utilizzato per la pesca di frodo sequestrato dalle Fiamme Gialle in precedenza,  che ne uccise due e ne ferì altrettanti. I tedeschi reclamavano un responsabile e si rivolsero proprio al comandante della stazione, il 23enne Salvo D'Acquisto, sostenendo la tesi di un attentato. Il Carabiniere sostenne più volte, invece, la casualità dell'accaduto.

 

Il 23 settembre, secondo l'ordinanza emanata dal Feldmaresciallo Kesserling, i paracadutisti tedeschi si prepararono a giustiziare 22 cittadini innocenti in una sanguinosa rappresaglia, scelti casualmente. Tra di loro anche un ragazzino. I 22 furono condotti a Torre di Palidoro (oggi nel territorio comunale di Fiumicino), davanti al mare e costretti a scavare una fossa comune. Sul posto, prelevato da una squadra armata, anche il vicebrigadiere. I testimoni raccontano di aver visto il sottoufficiale parlamentare con un ufficiale tedesco che in seguito rilasciò i civili e giustiziò, al loro posto, il militare italiano. L'ultimo ad aver visto il giovane in vita fu un uomo, un operaio delle ferrovie, sul posto perché scambiato dai tedeschi per un militare della Benemerita che udì la raffica di mitra che spezzò la vita di Salvo D'Acquisto e il grido "Viva l'Italia".  Con l'ultimo sguardo all'eroe, vide un graduato finire il Carabiniere con un colpo alla salma esanime a terra e il plotone di esecuzione coprire il corpo con il terriccio. Anche i tedeschi rimasero impressionati dal coraggio del giovane. Il giorno dopo, confessarono ai cittadini  "Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte". Per l'estremo sacrifico, il vicebrigadiere è stato insignito della medaglia d'oro al valor militare.

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