Classe 1933 Luigi Brezzo era di Badalucco
Un lungo post sulla pagina facebook di Badalucco per ricordare Luigi Brezzo, deceduto a 89 anni.
"Badalucco ha appena salutato per l’ultima volta Luigi Brezzo, classe 1933, da noi tutti conosciuto come “Gino”. Questa Pagina si unisce al saluto e al dispiacere generale che, ancora una volta, colpisce il nostro paese. Per chi scrive Gino era un amico, una persona fidata e affidabile, prodiga di consigli in ogni momento e in ogni circostanza, anche quando si trattava di piccoli problemi di praticità quotidiana non esitava un istante a mettere a disposizione la sua fornitissima cantina piena di attrezzi per ogni tipo di intervento: fosse di natura idraulica, elettrica o edile, Gino aveva tutto pronto, e in men che non si dica porgeva la chiave inglese, il cacciavite giusto, il filo o la vite che mancava, la pialla adatta, il flessibile eccetera eccetera. Data la grande esperienza accumulata col duro lavoro, Gino era un serbatoio di consigli di vita vissuta, un frullatore di idee e intuizioni intelligenti applicate al lavoro, un dispensatore di aneddoti vivaci e frizzanti che facevano di lui un ottimo interlocutore.
Quante chiacchierate sui trascorsi militari in una Torino profondamente diversa da quella che vivo e conosco oggi; quante chiacchierate riguardo i treni di una volta che impiegava per raggiungere casa, Badalucco. Quanti raffronti sulla giovinezza, sul Dopoguerra, sui favolosi Anni ’60, quanti raffronti con questo odierno clima di inciviltà che ci circonda. Quante chiacchierate improvvise ma mai improvvisate, nonostante ci incontrassimo a distanza di mesi. Ogni volta sembrava riprendessimo da dove avevamo interrotto. Non era così, naturalmente, ma l’impressione era tale tanto ci faceva sentire bene reciprocamente. Si stava bene con Gino, perché era un Uomo di compagnia, un amante delle feste fra amici, uno fatto per il gruppo, uno che sapeva creare il giusto clima con humor, sano e pulito, e l’immancabile chitarra che si dilettava a strimpellare con gusto e sapienza. Gino amava i cani, gli animali in genere, pur essendo (stato) un cacciatore. Sul volto gli si leggeva la passione che nutriva verso la natura, l’andar per funghi, il bosco, la campagna in genere.
Tutto questo, e altro ancora, faceva di Gino una persona speciale, con cui conveniva scambiare quattro chiacchiere perché non ci si annoiava. Di Lui, però, personalmente ho sempre apprezzato la compagnia e vicinanza verso mio fratello Pino, anni fa. Spesso, rientrando da Torino, li trovavo seduti in “ù Puzzettu”, mentre confabulavano del più e del meno, di piante, di campagna; facevano tenerezza, facevano riflettere su tanti aspetti. E così desidero concludere queste righe, accomunandoli dentro il mio pensiero.
Al Baücôgnu Gino, il saluto doveroso"