A Grimaldi commemorato l'eccidio di 12 innocenti da parte dei tedeschi
L'eccidio di Grimaldi è avvenuto il 7 dicembre del 1944, quando una pattuglia di soldati tedeschi uccise dodici persone
Si è svolta, stamattina, a Ventimiglia, la commemorazione dell'eccidio di Grimaldi, avvenuto il 7 dicembre del 1944, quando una pattuglia di soldati tedeschi uccise dodici persone, tra cui tre bambini di 2, 4 e 6 anni e una donna incinta. Strage che venne compiuta davanti a quello che all’epoca era l’hotel Vittoria.
E’ stato lo studioso di storia locale, Sergio Pallanca (Premio San Segundin)
che ha messo la parola fine sul mistero che avvolgeva la vicenda, di cui avevamo dato notizia sul settimanale cartaceo La Riviera del 31 ottobre scorso. In un saggio di una settantina di pagine, ha ricostruito uno dei fatti più truci della nostra zona.
Il giallo riguardava i motivi di questo eccidio e chi lo avesse perpetrato
Si era parlato delle Schutzstaffel (SS), la famigerata organizzazione paramilitare legata al partito nazionalsocialista tedesco (nazista) durante il regime di Adolf Hitler in Germania, ma si è successivamente appurato che all’epoca non erano presenti al confine.
Tra i presenti c’era il prefetto di Imperia, Valerio Massimo Romeo
“Dobbiamo oggi sottolineare l'importanza che riveste la nostra Costituzione - ha affermato - L'importanza che rivestono i principi di libertà e di democrazia. E' oggi l'occasione per ricordare che il nostro credo è dire 'no' a tutte le forme di dittatura”.
Ha parlato anche il sindaco della città di confine, Flavio Di Muro: “Tra voi ci sono numerosi parenti e discendenti di quelle persone che ci hanno lasciato in un momento cruento della storia del nostro paese. E forse questo momento storico non è mai stato ricordato prima di oggi e quindi mi fa molto piacere come sindaco, a nome di tutta la città di Ventimiglia, ricordare un fatto che era rimasto dimenticato e che oggi simbolicamente con questa targa andiamo a ricordare non tanto per fare una manifestazione fine a se stessa ma per evitare che gli errori del passato vengano commessi in futuro”.
I particolari della vicenda li racconta Sergio Pallanca
Cosa può aver motivato un gesto così disumano, tanto da colpire degli innocenti bambini?
“Abbiamo capito, che non si trattava della solita rappresaglia e con il mio lavoro ho cercato di fare chiarezza. Nel tempo sembrava che questo eccidio fosse avvenuto nel tentativo di rubare delle valigie piene d’oro e preziosi. Poi sono venuto in possesso degli atti ufficiali di allora e di quelli moderni, cercando di dipanare i vari misteri e le tante leggende. Le valigie non erano piene d’oro e ricerche storiche non mie, ci sono stati anche due processi a partire dal duemila in avanti, hanno contribuito ad appurare chi fossero i veri colpevoli e le ragioni di questo eccidio. Ad aver ucciso queste dodici persone fu una pattuglia di soldati tedeschi appartenenti alla compagnia di fanteria del secondo battaglione, di stanza a Ventimiglia. L’eccidio avvenne per motivi di predazione e, in particolare, per non lasciare testimoni. Vennero così sterminati non solo i diretti interessati, ma anche persone che in quel momento si trovano per caso in strada”.
Com’è nata l’idea di approfondire questo fatto storico?
“Tra le vittime c’era un bambino bello come un angelo, che si chiamava Sergio Pallanca. Quella depredata era una famiglia molto benestante dell’epoca, che si chiamava Pallanca-Lorenzi. Sono stati questi particolari a smuovere in me la volontà di ricostruire la vicenda e soprattutto di mettere lai parola fine su uno dei fatti più oscuri della nostra storia. L’aspetto interessante è che durante il periodo della Guerra Fredda molte altre di queste stragi vennero insabbiate per molti anni, nascoste nel cosiddetto ‘armadio della vergogna’. A fine secolo, per un caso fortuito fu ritrovato ed aperto l’armadio e i faldoni contenenti i vari eccidi, tra cui il faldone numero 660 dell’eccidio di Grimaldi, furono inviati alle Procure Militari territorialmente competenti”.
Qual è il mistero che per anni ha avvolto la vicenda e quali furono le vittime?
“Sono trascorsi esattamente ottanta anni da quella tragica alba, a lungo la strage è rimasta avvolta dal mistero, perché uccidere persone inermi, uomini, donne, bambini, vecchi? nel tempo molto si è scritto, molto è stato detto, sono nate molte dicerie e leggende. Rappresaglia perché Vincenzo Pallanca era un partigiano? Vendetta? Predazione? Già a inizio 1945 le forze di polizia svolsero indagini, sentirono testimoni, interrogarono probabili colpevoli”.
Ricordiamo, a questo punto, anche i nomi delle vittime
“Certo. All’alba di quel freddo 7 dicembre furono fucilati 12 innocenti: Alberti Lorenzi (Bertu de Tacun), 64 anni: Lorenzi Battistina, 62; Vincenzo Pallanca (Gino) 44: Sergio Pallanca, 6; Rosalba Pallanca, 4; Angela Chiodin, 37, incinta di 7 mesi; Maria Chiodin, 18; Giovanni Pastorino, 80; Rinaldo Pittaluga, 52; Salvatore Trovato, Giovanna Trovato, 2 anni e Antonia Plank, di 22 anni”.
L’evento è stato organizzato con la società di Mutuo Soccorso di Grimaldi.