Bereshit, il brano che esplora le sonorità ebraiche
a breve l'uscita del primo brano dei Tanakh New Folk Band. "Il nostro è un genere musicale accattivante dai tratti ipnotici, non conosciuto"
Esordiranno a breve con il loro primo brano intitolato "Bereshit". I musicisti ideatori sono i "Tanakh New Folk Band" , un gruppo musicale che esplora la tradizione ebraica, si tratta un genere insolito e accattivante non solo per l'Italia ma anche per la provincia di Imperia. A margine di questo progetto, abbiamo deciso di intervistare Youri Martini, il bassista della band e "padre" dell'idea.
L'intervista agli autori di Bereshit
Chi siete?
«Noi siamo un gruppo folk della zona di Sanremo, Davide Zappia (alla chitarra e voce), Carlo Ormea (alla fisarmonica), Livio Zanellato (al sax e flauto traverso) io Youri Martini (al basso elettrico) e Tiziano Pavone (alla batteria).Abbiamo esperienze musicali diverse ma i nostri denominatori comuni sono le sonorità orientali. Fin dal nostro primo incontro abbiamo ideato questo progetto folk partendo dalla musica ebraica tradizionale chiamata “Klezemer”, riadattata in chiave moderna, i brani che eseguiamo sono prevalentemente strumentali caratterizzati anche da sonorità jazz e rock. »
Come è nata l’idea di scegliere questo genere data la vastità del repertorio musicale?
«L’idea di eseguire questo genere musicale è nata a seguito dei miei studi di impianto filosofico e dalla mia passione per la cultura orientale. Ho iniziato ad ascoltare e suonare musica etnica 25 anni fa, finché non sono incappato in questo genere tradizionale che fin da subito mi ha incuriosito. In Italia non è molto conosciuto, in zona siamo gli unici a proporlo. A seguito della mia decisione abbiamo deciso di riadattare il genere tradizionale alle nostre esperienze e passioni musicali, molto diverse tra loro, dando vita a un genere folk ebraico con un riarrangiamento jazz rock. »
Avete dei progetti in corso?
«Esordiamo con un inedito venerdì 28 aprile,si tratta del nostro primo brano. Il titolo è Bereshit, una parola ebraica che significa “in principio”, ed è la prima parola presente nella Bibbia, le sonorità richiamano l’atmosfera del caos primordiale, dato il suo inizio di impatto e potrei dire accattivante. Il testo è scritto da me e ha una struttura abbastanza originale, diversa dai generi a cui siamo abituati, poiché segue un ritmo in dispari. Noi strutturiamo il brano a partire dal tema scelto e successivamente lo sviluppiamo con delle improvvisazioni.Durante i live, abbiamo un repertorio di inediti e brani tradizionali, ovvero delle “ballate” che richiamano il divertimento e le feste popolari, caratterizzati da un suono ipnotico e contemplativo»
Vi capita di non essere compresi dall’ascoltatore, dato il genere particolare?
«Capita sovente e siamo abituati a non essere compresi, proprio per questo ci siamo ritagliati degli spazi dove poterci esprimere artisticamente, in modo da non risultare fuori contesto. È un repertorio di nicchia, ma il pubblico che apprezza esiste, il nostro obbiettivo è trasmettere divertimento.»
Una loro esibizione
Eleonora Tranquillo