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Code alla frontiera: si esprimono monsignor Suetta e Gianni Berrino

Traffico rallentato da e per la Francia a causa dei controlli della gendarmerie francese. Il parere di Gianni Berrino e del vescovo Suetta

Code alla frontiera: si esprimono monsignor Suetta e Gianni Berrino
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I controlli attuati dalla gendarmerie francese ai valichi di frontiera hanno causato durante tutta la giornata rallentamenti del traffico da e per la Francia e diverse reazioni.

"Dove sono finiti i sentimenti di fraternité, egalite', libertè della Francia?"

Davanti alle code chilometriche ai varchi dell'autostrada A10, di Ponte San Ludovico e di ponte San Luigi che hanno rallentato il traffico da e per la Francia si è espresso chiaramente il senatore di Fdl Gianni Berrino: "È inaccettabile che nel 2022 non sia garantita la libertà di movimento attraverso le frontiere interne. Ed è ancora più grave che tutto questo avvenga come gesto di ritorsione per una sola nave Ong che ha fatto rotta su un porto mediterraneo francese. Dove sono finiti i sentimenti di fraternité, egalite', libertè della Francia?"

Non ha lesinato commenti neanche monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia e Sanremo, che in un'intervista all'Adnkronos ha sottolineato come quello della Francia "nei confronti di Ventimiglia sia un atteggiamento, da un punto di vista dei migranti, non improntato ad umanità e, dal punto di vista della solidarietà europea, sia un atteggiamento poco leale".

"La Francia ha sospeso Schengen anni fa con la ragione valida del terrorismo," ha aggiunto ancora il prelato, "ma queste ragioni devono essere contemperate con la situazione generale. Quindi bisogna distinguere - e certamente uno stato come la Francia ha la possibilità di farlo - tra il sovversivo e il povero migrante. In secondo luogo la Francia deve attivare una collaborazione leale con l'Italia".

"ci sono due aspetti da considerare:" ha detto infine Suetta, auspicandosi un intervento dell'Europa, "uno è la redistribuzione dei migranti nel contesto europeo, ed è vero che questo si fa, ma è altrettanto vero che questo deve essere fatto nelle adeguate proporzioni. C'è poi un secondo aspetto, che l'Italia per ragioni geografiche si trova in un avamposto e di conseguenza deve essere sostenuta e coadiuvata anche in questo speciale frangente. Vero è che la maggior parte dei migranti non vogliono fermarsi in Italia ma è altrettanto vero che almeno all'inizio della loro avventura in Europa hanno a che fare con l'Italia, quindi questo deve essere un aspetto adeguatamente gestito".

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