Anche Confagricoltura è intervenuta ieri, in Consiglio regionale, a margine della discussione per l’istituzione della figura olivicoltore non professionale. “Utile per la custodia del territorio”.
Confagricoltura supporta istituzione della figura “Olivicoltore non professionale”
“La questione dell’abbandono delle terre olivetate è senz’altro un tema che rappresenta un rischio trasversale il quale investe varie filiere economiche – così l’associazione di categoria, per voce del presidente Armando Schiffini – . Questa tendenza negativa andrebbe senz’altro indagata nella scarsa redditività del settore e nella sempre più complicata gestione agricola che, a fronte di un incremento costante delle avversità agronomiche per via del mutamento delle condizioni climatiche, subisce un indebolimento delle risposte agli agenti patogeni a causa dell’eliminazione di principi attivi fondamentali da usare in campo. Molti privati abbandonano perché trovano insostenibile prendersi cura degli olivi, spendendo tempo e denaro, per poi ritrovarsi al tempo della molitura senza frutti sugli alberi.”
“A nostro avviso – prosegue Schiffini – il bisogno primario degli olivicoltori non di professione è quello di avere accesso a servizi agricoli forniti a prezzi calmierati (potature, sfalcio dell’erba, raccolta, somministrazione trattamenti etc) in modo da rendere economicamente sostenibile la custodia del fondo. Non dimentichiamoci che se qualcuno viene definito ‘olivicoltore non professionale’ vuol dire che per vivere svolge un’altra professione quindi il tempo a sua disposizione per gestire un fondo agricolo sarà limitato”.
A questo proposito la Regione Liguria ha già messo a disposizione, anche di privati cittadini, la possibilità di accedere alle ACA, misure agro climatiche ambientali, che premiano chi si prende cura di oliveti dall’alto valore paesaggistico e lo fa seguendo in campagna alcuni comportamenti agricoli virtuosi come la trinciatura dei sermenti in loco evitando di bruciarli e la riduzione delle lavorazioni del terreno. Il problema è che le scarse dimensioni dei terreni di cui dispongono la maggior parte dei proprietari rende non appetibile l’apertura del fascicolo aziendale e l’adempimento delle procedure burocratiche necessarie all’ottenimento del contributo.
La proposta dell’associazione
“Anche per questo – precisa il direttore di Confagricoltura Liguria, Andrea Sampietro – sarebbe auspicabile la nascita di altre realtà cooperative in grado di ricevere il contributo ed offrire il servizio necessario”.
“Dal nostro punto di vista offrire riconoscimento e incentivi a micro realtà agricole non coordinate difficilmente otterrà il risultato che si ricerca – prosegue Sampietro. Ciò può essere raggiunto solo all’interno di dinamiche tipiche di una filiera organizzata. E quindi terreni di proprietà che siano gestiti dai proprietari stessi, in questo caso olivicoltori non professionali, attraverso il lavoro in campo di cooperative di servizi, supportato, in termini di incentivi e contributi, dal ‘Carbon Trade’ ovvero da quei certificati verdi di cui Regione Liguria può essere ricevente per progetti di sostenibilità forestale e destinati all’abbattimento dell’anidride carbonica presente in atmosfera. Cosi i contributi della PAC rimarrebbero, giustamente, destinati ai professionisti, ovvero alle aziende agricole olivicole”.
