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Rivieracqua: socio privato avrà la minoranza ma metterà il suo amministratore delegato

Entro il 31 ottobre 2024 dovrà essere decretato il vincitore privato della gara che entrerà in Rivieracqua

Rivieracqua: socio privato avrà la minoranza ma metterà il suo amministratore delegato
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Si è tenuta questa mattina in Comune a Sanremo la conferenza dei sindaci per l'ingresso di un socio privato nella società idrica Rivieracqua. Il commissario Ato Idrico, Presidente della Provincia e sindaco di Imperia Claudio Scajola ha chiarito fin da subito che l'apertura a un socio privato che avrà quota di minoranza, è essenziale per evitare il fallimento della partecipata.

Minoranza al privato ma avrà l'ad

Con l'ingresso il socio privato, che avrà quota di minoranza entrando con un capitale di 40-50 milioni, avrà però il diritto di nominare l'amministratore delegato. Mentre la presidenza del collegio sarà in mano pubblica. Il consiglio di amministrazione è stato allargato a 5 persone (3 pubblici ossia i comuni di Imperia, quello di Sanremo e un rappresentante degli altri comuni e 2 privati) e il collegio di revisione dei conti sarà composto da 3 membri di cui anche un rappresentate dei comuni. Tutti i comuni saranno soci di Rivieracqua, la clausola dello Statuto prevede che non possano cedere la propria quota a privato. Questo per conservare la maggioranza in mano pubblica.

Conferenza dei sindaci per l'ingresso del privato in Rivieracqua

In base alla norma della conferenza dei sindaci, l'approvazione dello statuto e la gara è un obbligo in capo al commissario. "Ma sono d'accordo con Biancheri perché ritengo doveroso il confronto" ha spiegato Scajola, che non ha lesinato frecciate agli esponenti politici che nei giorni scorsi si erano schierati contro la l'ingresso dei privati (in particolare Gianni Rolando e Fulvio Fellegara, candidati sindaco) e contro i giornali (La Riviera in particolare) che ne hanno rilanciato le argomentazioni.

Gli ha fatto eco Biancheri: "E' l'unica strada per salvaguardare la società, l'aspetto finanziario non ci permette di fare altrimenti. Se siamo uniti si potrà andare avanti, questa sarà la nostra forza"

Debiti di Rivieracqua

Al momento, Rivieracqua ha un debito complessivo di circa 80 milioni. L’ingresso del socio privato dovrebbe apportare complessivamente 40 milioni, a cui si aggiunge una devoluzione del credito sotto formati azioni per 5,5 milioni da parte del Comune di Imperia e 4,2 da parte di quello di Sanremo. Gli altri trenta milioni proverranno da una ristrutturazione del debito, in parte attraverso al continuità aziendale ovvero le tariffe. “Dobbiamo fare tutto di corsa - ha aggiunto Scajola - per la gara a doppio oggetto, che prevede l’immissione di un privato al 48 per cento. Quindi dobbiamo arrivare all’aggiudicazione della nuova formulazione societaria entro il 31 ottobre, data imposta dall’accordo con il tribunale”.

Una delle condizioni per cui si possa evitare il  fallimento (dipendenti lasciati a casa e si andava a gara interamente privata) è attraverso un affidamento in house a maggioranza pubblica. "La nostra società sarà pubblica con capitale privato in minoranza. Non solo ma nello statuto previsto che il privato porti 40 milioni. Per far quadrare la società e tenerla in piedi era necessario che noi avessimo la maggioranza pubblica e che l'assemblea dei soci ci siano rappresentati tutti i comuni" precisa Scajola.

Entro il 31 ottobre 2024 dovrà essere decretato il vincitore privato della gara che entrerà in Rivieracqua. La gara è in fase di preparazione una società nazionale, "il tempo stringe ma i patti sociali e parasociali devono essere perfetti in modo che non ci siano incomprensioni con le società che gareggeranno. Inoltre abbiamo inserito anche i piani futuri per migliorare o ammodernare la rete idrica. Oltre agli interventi manutentivi che dovranno garantire essere celeri" così Claudio Scajola.

"L'ingresso dei privati era stato votato anche prima del cattivo Scajola - ha aggiunto Scajola - perché lo capiva anche un cretino che con 80 milioni di debiti non c'era alternativa. Nel 2012 con la nascita di Rivieracqua lo statuto era chiaro che non si poteva andare avanti. Quello di oggi va vissuto come un momento positivo.

Il nuovo statuto da approvare da tutti i comuni

Lo statuto dovrà essere approvato nei consigli comunali al più presto e in maniera celere. Il consiglio di amministrazione è stato allargato a 5 persone (3 pubblici ossia i comuni di Imperia, quello di Sanremo e un rappresentante degli altri comuni e 2 privati) e il collegio di revisione dei conti sarà composto da 3 membri di cui anche un rappresentate dei comuni. Tutto è condizionato dall'approvazione dei consigli comunali che a Imperia e Sanremo si terranno il 30 aprile e anche gli altri comuni dovranno convocare in tempi brevi.

Per poter arrivare a bandire la gara è inoltre necessario che i comuni non ancora di fatto soci di Rivieracqua entrino al più presto. 26 comuni salvaguardati, cioè provvisti da fonte idrica autonoma ma che devono fare parte della società di questi 17 non hanno ancora aderito e rischiano di perdere i criteri di salvaguardia. L'obbligo è previsto dalla legge proprio per tutelarli in caso perdessero la salvaguardia un giorno.

Il privato dovrà avere una quota minima del 30% e non superiore al 49%. Attualmente Rivieracqua ha un patrimonio negativo di 18 milioni di euro.

A margine dell’assemblea è emerso che il cda del nuovo assetto societario darà composta da cinque membri: tre di nomina pubblica e due privata; tre saranno pure i revisori dei conti. Il ruolo di amministratore delegato spetterà al privato, mentre quello di presidente al pubblico. La necessità di ricorrere al socio privato è stata ribadita da più sindaci, a partire da Alberto Biancheri, di Sanremo; per continuare con Flavio Di Muro (Ventimiglia) e Mario Conio (Taggia).

Le dichiarazioni del commisario Ato idrico, Claudio Scajola

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