Economia e lavoro

Confindustria Imperia lancia alle imprese la sfida della certificazione sulla parità di genere

La recente certificazione UNI/PdR 125:2022, inoltre, riserva importanti benefici di natura economica alle aziende che decidono di conseguirla, ragion per cui Confindustria Imperia si è strutturata per affiancare le aziende del Ponente Ligure nel complesso iter burocratico che porta al suo ottenimento

Confindustria Imperia lancia alle imprese la sfida della certificazione sulla parità di genere
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La grande partecipazione di pubblico, istituzioni e associazioni al femminile riscontrata dal convegno “PNRR & Parità di genere – La certificazione della parità di genere: obiettivi, regole ed applicazione”, svoltosi oggi pomeriggio – mercoledì 13 settembre, ndr – in Confindustria Imperia, è la conferma più importante di quanto la strada intrapresa dall’associazione degli industriali per dare spazio e dedicare attenzione ai temi di attualità legati al mondo imprenditoriale, sia quanto mai opportuna e vincente. La parità di genere oggi è un tema sulla bocca di tutti e il mondo del lavoro è una cartina di tornasole significativa della situazione generale. La recente certificazione UNI/PdR 125:2022, inoltre, riserva importanti benefici di natura economica alle aziende che decidono di conseguirla, ragion per cui Confindustria Imperia si è strutturata per affiancare le aziende del Ponente Ligure nel complesso iter burocratico che porta al suo ottenimento.

Ad oggi in provincia di Imperia c’è una sola azienda certificata sulla parità di genere, in tutta la Liguria sono 25 e arrivano a quota 525 in tutta Italia. A livello regionale le aziende con meno di 50 dipendenti che hanno presentato una relazione volontaria sulla parità di genere sono 10, con un rapporto tra uomini e donne nella forza lavoro di 1 a 7 (173 contro 25). Non è un caso se la media nazionale delle lavoratrici che si dimettono dopo la prima gravidanza è di una donna su cinque, mentre circa un terzo ha un impiego part-time. La strada è lunga e c’è molto da fare, il convegno organizzato da Confindustria Imperia ha fatto un importante passo in avanti in questa direzione.

“Il nostro obiettivo è arrivare al punto che non sia più necessaria una legge che obblighi le aziende a rispettare la parità di genere – spiega Laura Amoretti, consigliera di parità della Regione Liguria -. Per raggiungerlo la strada da percorrere è quella della cultura d’impresa, dobbiamo far crescere la sensibilità sul tema tra i datori di lavoro, affinché garantire agli uomini e alle donne gli stessi diritti diventi una cosa normale. Se creiamo la norma senza avere un sistema regionale in cui siano coinvolte tutte le parti, non risolveremo mail il problema. Lavoriamo per diffondere nelle nostre aziende la cultura del rispetto della persona a prescindere dal sesso, la parità di genere avrà effetti positivi sia sul benessere aziendale a livello generale che sulla stessa efficienza e produttività”.

Anche a questo fine, la consigliera di parità della Regione Liguria ha appena istituito un protocollo d’intesa firmato dai principali attori sull’argomento, con l’obiettivo di costituire un tavolo permanente a livello regionale sulla certificazione di genere nelle imprese. Il tavolo vuole promuovere iniziative di formazione e informazione rivolte alle aziende per verificare lo stato dell’arte sul tema, rilevare e valutare la portata del fenomeno in Liguria, segnalare eventuali difficoltà agli assessorati regionali.

“Le Organizzazioni oggi guardano ai criteri ESG per garantire la sostenibilità a lungo termine e per dimostrare il proprio impegno, in particolare in campo ambientale e di governance, senza rinunciare al business – continua Carla Zanelli, presidente AdgiI Sv Liguria -. Non si può parlare di sostenibilità senza considerare la dimensione sociale: le persone, i loro diritti in termini di lavoro ed equità salariale, la loro tutela nelle fasi delicate della maternità e paternità, la loro integrazione nella valorizzazione delle differenze. Ecco perché uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 è il raggiungimento della parità di genere. Nel PNRR la missione 5 ‘Inclusione e coesione’ attraverso la legge Gribaudo e la legge di Bilancio 2022, ha introdotto e disciplinato in Italia la certificazione della parità di genere, uno strumento essenziale delle aziende per contribuire alla crescita economica del Paese. In questo contesto si inserisce la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, volta a creare un sistema di gestione della parità di genere certificabile”.

Le aziende munite di certificazione della parità di genere possono ottenere notevoli vantaggi economici: un bonus contributivo mensile pari all’1% (sul totale del personale assunto) della contribuzione complessivamente dovuta dal datore di lavoro, entro il limite massimo di 50.000 euro annui per azienda; una premialità nella partecipazione a gare e bandi pubblici e nell’accesso a finanziamenti europei, internazionali e nazionali, in particolare quelli legati al PNRR. Senza contare i vantaggi reputazionali del brand e una maggiore attrattività di talenti.

“Sono particolarmente contento di aver partecipato a questo convegno con illustri relatori del mondo professionale, politico e imprenditoriale – conclude l’assessore regionale Marco Scajola -. Un momento di confronto importante su un tema che, già da tempo, gode di massima attenzione da parte di Regione Liguria. L’ente dispone infatti di un apposito tavolo regionale e di un osservatorio, gestito da Alfa, che hanno l’obiettivo di monitorare dati e programmare conseguenti interventi volti a eliminare il divario di genere nel mondo del lavoro. Possiamo dunque considerarci una regione virtuosa da questo punto di vista, ma la strada è ancora lunga ed è giusto percorrerla unendo le forze come ben ha fatto con questo appuntamento Confindustria Imperia”.

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