Intervista

Da Taggia ad Abu Dhabi, Davide Cichero consulente per il governo degli Emirati Arabi

«La provincia di Imperia ha grandi potenzialità ma deve puntare sulla connettività»

Da Taggia ad Abu Dhabi, Davide Cichero consulente per il governo degli Emirati Arabi
Pubblicato:
Aggiornato:

Davide Cichero, 31 anni di Taggia, un curriculum di tutto rispetto: una laurea alla Bocconi in Economia e Management e un master in Economia Internazionale a Ginevra, oltre a lavori di prestigio in giro per il mondo e attualmente consulente governativo per il Governo degli Emirati Arabi. E' stato intervistato da La Riviera in occasione dell’Assemblea Provinciale di Confindustria che si è tenuta a Cala del Forte a Ventimiglia venerdì 22 luglio.
Dottor Cichero, lei viene da Taggia e ha girato il mondo. Ci racconti come è nata la sua passione per tutto ciò che concerne il turismo
«I miei genitori sono i titolari di uno stabilimento balneare ad Arma, il «Piccolo Lido», e quindi diciamo che il settore del turismo l’ho vissuto fin da piccolo. Quindi, una volta terminato il Liceo classico al Cassini, la scelta di fare Economia è stata semplice»

Mi riassuma, anche se non è facile visto le tante esperienze accumulate, il suo percorso di studio
«Come detto, finito il Liceo mi sono iscritto all’Università Bocconi di Milano e precisamente alla Facoltà di Economia e Management. Successivamente ho conseguito un Master in Economia Internazionale dal Graduate Institute di Ginevra. Nel frattempo ho trascorso periodi di studio presso l’Istituto di Studi Politici di Parigi (Sciences Po) e alla National University of Singapore»
Quando ha spiccato il volo, lavorativamente parlando?
«Diciamo che è stato tutto un “effetto domino”. Ho avuto la grande opportunità di maturare esperienze lavorative presso l’Ufficio del Segretario Generale dell’OCSE a Parigi e la Direzione Generale per gli Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea a Bruxelles. A dire il vero trampolino di lancio è stata l’esperienza all’OCSE»


Ora è negli Emirati Arabi?
«Sì, attualmente lavoro come consulente per il governo federale degli Emirati Arabi Uniti ad Abu Dhabi. Mi occupo – tra le altre cose – di progetti di sviluppo economico locale, di attrazione degli investimenti diretti esteri e di relazioni internazionali. In precedenza, ho lavorato presso la Corte Reale dell’Arabia Saudita, dove ho contribuito ai preparativi al Vertice dei Capi di Stato e di Governo del G20 di Riad del novembre 2020. Ancora prima sono stato a Roma, durante la presidenza italiana del G7, per il quale ho collaborato. Era il periodo del Governo Renzi e Paolo Gentiloni era Commissario europeo per l’economia»
Diciamo che lei ha una visione a 360° di quello che riguarda lo sviluppo economico di un Paese
«Certamente. Avendo avuto esperienze in realtà diverse ho sicuramente arricchito il mio bagaglio e allargato la mia visuale»

 

Lei ha vissuto nella nostra provincia. Pensa che l’imperiese abbia gli strumenti adatti per esercitare un’attrattiva sul capitale estero?
«Assolutamente sì, ma manca la promozione del nostro territorio. Occorre puntare sulla connettività, sui trasporti (nota dolente per il nostro territorio), sulla banda larga, e sulla competitività. Ecco siamo un po’ carenti sotto questi aspetti fondamentali. Ed è un peccato perché la materia prima c’è. Abbiamo il mare, l’entroterra con tutte le sue peculiarità e le sue tradizioni. Il problema, comune a molti luoghi liguri, è che ognuno pensa al proprio orticello e non si crea una rete che invece è necessaria sotto molti punti di vista»

Tempo fa si parlava di un legame tra le Alpi Marittime, la provincia di Imperia e la provincia di Cuneo. Pensa questa potrebbe essere una strada da intraprendere per essere maggiormente competitivi?
«Beh dalla provincia di Cuneo avremmo molto da imparare. Pensi al territorio delle Langhe o del Monferrato, universalmente conosciute in tutto il mondo. Ecco questo è proprio l’esempio da prendere. Il territorio è costituito da tanti piccoli paesi o borghi che però sono riusciti a fare rete, rinforzandosi e attirando investitori da tutto il mondo»
Non pensa che il fare rete, se da un lato diventa importante per gli investimenti dall’altro potrebbe «denaturalizzare» il territorio, andando ad agire negativamente sulle tradizioni e peculiarità di un borgo?
«No, è il contrario. Più si fa rete più ogni comune, anche il più piccolo viene conosciuto, laddove rimarrebbe in ombra. E di conseguenza le proprie tradizioni non andrebbero perdute ma verrebbero messe in risalto».

Lei pensa a un discorso di accorpamento di comuni?
«Assolutamente no, anzi per me questa formula è sbagliata, perché poi ogni amministratore tirerebbe acqua al suo mulino. La formula giusta è quella dell’Unione dei Comuni. In quel caso ognuno avrebbe la propria autonomia, il proprio amministratore conosciuto da tutti, ma si riuscirebbe ad avere quei vantaggi economici, soprattutto per fare investimenti sul territorio, che si hanno solo se uniti»
Che territorio è il nostro?
«La nostra provincia è la seconda in Liguria e la quarta in Italia per numero di comuni con la Bandiera Arancione, ha un elevato numero di “Borghi più belli d’Italia”, è la provincia d’Italia con più numeri di comuni “Città dell’Olio” seconda solo alla provincia di Siena. Siamo a pochissimi chilometri dall’aeroporto internazionale di Nizza, abbiamo Montecarlo dietro l’angolo. Insomma abbiamo delle potenzialità enormi. Occorre promuovere maggiormente per portare investitori stranieri, così come è stato fatto per il Porto di Ventimiglia dalla Société d'Exploitation des Ports de Monaco».

Seguici sui nostri canali
Necrologie