Il viaggio di Angelo: «Giro il mondo con la mia bici e il mio cane»
Il giovane ha deciso di mettersi in viaggio per ritrovare se stesso dopo aver perso praticamente tutta la sua famiglia
È partito dall’Andalusia, sud della Spagna, per fare il giro del mondo in bici accompagnato dal suo cane Sunshine. Angelo Jobst, 33 anni, padre tedesco e mamma catalana, tra una pedalata e l’altra si è fermato, nei giorni scorsi, per una colazione al Bar La Cueva, lungo la ciclabile, in zona Tre Ponti a Sanremo. Sorridente, davanti a un cappuccino e una brioche ha accettato di raccontare la sua storia.
L'intervista ad Angelo Jobst, l'andaluso che fa il giro del mondo in bici
Angelo, raccontaci, perché di questo lungo viaggio con il tuo bel cane?
«Da quando ero bambino sognavo di andare a fare un viaggio, attraversando tutta l’Africa in moto. Poi crescendo l’idea è cambiata e ora eccomi qui con la mia bici per il giro del mondo»
Qual è il tuo itinerario e in quanto tempo pensi di concluderlo?
«Sono partito dall’Andalusia, ho attraversato la Francia e ora sono entrato in Italia. Andrò avanti fino a Savona poi passerò il Piemonte, direzione Veneto per poi andare in Croazia, e poi scendere verso la Turchia. Una volta arrivato lì proseguo per il continente Asiatico e poi l’Australia. Lì intendo fermarmi due anni per lavorare. Poi il mio obiettivo è quello di andare in Sud America risalire verso il Nord, e alla fine arrivare in Canada e fermarmi altri due anni per lavorare. Ultimo continente l’Africa per poi terminare nella mia Andalusia. Il tutto in dieci anni»
Qual è stata la motivazione che ti ha spinto a intraprendere questa avventura?
«Io ho alle spalle una storia molto difficile. Un vero “zaino” che mi porto sulle spalle. Mia mamma si è ammalata quando ero piccolo e per anni è stata ferma a letto, mio padre non era in grado di provvedere a me e ai miei due fratelli, così siamo stati messi in un istituto. Due anni fa mio fratello è morto di cancro e l’anno dopo anche mia sorella. Avevo bisogno di ritrovare me stesso e fare un viaggio interiore»
Come sta andando il viaggio?
«Molto bene. Fermarmi a dormire in spiaggia guardando la stelle e vedendo le lucciole, oppure riposarmi immerso dalla natura mi dà pace. E poi lungo il mio percorso ho incontrato persone fantastiche. Pensi che due giorni fa ero a Montecarlo e con la mia bici e il mio Sunshine stavo salendo verso il villaggio di Eze. Una salita molto pesante da fare. Ebbene a un certo punto si è fermato un signore, tale Gilles, che era in pausa lavoro e mi ha chiesto se avessi bisogno. Alla fine ha caricato la mia bici sul suo furgone, mi ha portato a Eze e mi ha anche dato 20 euro. Durante il viaggio si incontrano tante brave persone disposte ad aiutarmi»
Tu hai raccontato che nel tuo viaggio farai soste di due anni in Australia e Canada per lavorare. Che genere di lavoro vorresti fare?
«Beh quello che capita. Il mio sogno sarebbe quello di lavorare a contatto con gli animali o nella forestale. E poi ho una grande manualità e so lavorare il legno. Mi piacerebbe poter creare qualcosa»
Non ti pesa questa solitudine?
«Diciamo che mi farebbe piacere trovare una compagna e mettere su famiglia. Sono ancora alla ricerca del mio posto del cuore, un posto che mi sappia accogliere e che io possa sentirmi a “casa”»
Tu hai avuto una vita difficile ma nonostante questo hai un bel sorriso
«Sì, quello che ho vissuto fa parte del passato e voglio lasciarmelo alle spalle. Io cerco di guardare avanti, pormi degli obiettivi e cercare di raggiungerli. Solo così si può guardare avanti con serenità. Non sono uno che si piange addosso. Lo “zaino” è solo mio e non voglio che le persone a cui racconto la mia storia soffrano per me. Questo mi farebbe stare troppo male»
Dopo questa chiacchierata, Angelo ci abbraccia e ci saluta rimontando in sella con il suo Sunshine e con il suo carico di sogni. Suerte!
Simona Maccaferri