La lettera

"La grande umanità del personale Hospice di Sanremo. Grazie"

A scrivere a La Riviera sono i parenti di una donna ricoverata all'Hospice di Sanremo dove è poi purtroppo deceduta per il peggioramento delle sue condizioni di salute

"La grande umanità del personale Hospice di Sanremo. Grazie"
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La lettera al giornale per ringraziare l'Hospice per la grande umanità e professionalità

A scrivere a La Riviera sono i parenti di una donna ricoverata all'Hospice di Sanremo dove è poi purtroppo deceduta per il peggioramento delle sue condizioni di salute.

"Scriviamo queste poche righe perché riteniamo giusto portare a conoscenza della collettività la particolare esperienza fatta a contatto con il personale del Dipartimento delle Cure palliative ed Hospice dell’ASL1 Imperiese.

Tale esperienza parte, purtroppo, dal complesso quadro clinico di nostra madre che è andato velocemente aggravandosi nel giro di pochi mesi: inizialmente, a fronte delle prime problematiche sanitarie, la piacevole scoperta di poter continuare ad accudire e “coccolare” la nostra amata mamma in casa grazie al suo inserimento nel circuito dell’assistenza domiciliare fornito dal Dipartimento.

In particolare, grazie a tale particolare prestazione, un medico ed un infermiere visitavano con regolarità la paziente monitorando l’andamento delle cure ed eventualmente intervenendo sulle terapie da seguire, partecipandoci tutto ciò che era necessario per il buon prosieguo delle stesse.

Questo percorso virtuoso si è purtroppo interrotto a causa di un trauma riportato da nostra madre che venne subito ricoverata presso l’Ospedale di Sanremo dove, a causa dell’improvviso e repentino peggioramento delle sue condizioni di salute, dopo qualche giorno fu avviata presso l’Hospice gestito dal Dipartimento delle Cure palliative.

Inizialmente pensammo di trovarci di fronte ad un altro reparto ospedaliero, con le conseguenti restrizioni e limitazioni, non ultime quelle legate all’epidemia di Covid-19: grande è stata la nostra sorpresa quando abbiamo “toccato con mano” quella che è la peculiare realtà di quell’unità sanitaria.

Abbiamo infatti trovato il personale tutto, le dottoresse, la psicologa, il caposala, le infermiere, gli infermieri, le OO.SS.SS. che oltre alle indiscutibili elevate qualità professionali, hanno nei confronti dei pazienti e dei loro parenti un atteggiamento non solo di vicinanza, ma anche di empatia e condivisione che non è scontato trovare. E non è solo un atteggiamento legato al tipo di servizio svolto, ma c’è un qualcosa in più che viene da tutti spontaneamente offerto a chi soffre.

Siamo stati sopraffatti dal trovare tutta questa umanità che viene profusa nei confronti di tutti coloro che, purtroppo, hanno la necessità di essere seguiti in questi dolorosi percorsi.

Altra cosa rimarchevole il fatto che, fino al momento in cui nostra madre non ci ha lasciato, ci è stato possibile starle fisicamente vicino continuamente grazie all’organizzazione del reparto, appositamente strutturato.

Infine una particolare menzione e ringraziamento per la Sorella che quotidianamente, al di là del credo religioso di ciascuno, si fa portatrice di una parola di vicinanza e conforto.

Ecco quindi l’intenzione, in primo luogo, di ringraziare ancora di cuore tutti i componenti del Dipartimento ed anche di portare a conoscenza dell’opinione pubblica il fatto che, a fronte di alcune pagine di mala sanità balzate agli onori delle cronache, ne esistono di BELLE che restano normalmente celate"

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