Sanità

Prima bimba in Italia a nascere dopo trapianto d'utero

Sesto caso nel mondo in cui un trapianto d'utero porta al parto di una bimba: da Roma la notizia della nascita di Alessandra

Prima bimba in Italia a nascere dopo trapianto d'utero
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Ieri, venerdì 2 settembre è nata Alessandra all'Ospedale Cannizzaro di Catania. La madre è stata la prima donna italiana a sottomettersi ad un trapianto d'utero. Nel mondo, solo altre cinque donne hanno partorito dopo tale intervento.

 

La madre è nata senza utero

La madre, oggi 31enne, è nata priva di utero a causa di una rara patologia congenita, la sindrome di Rokitansky. Il trapianto era stato effettuato nell’agosto 2020 in piena pandemia, presso il Centro trapianti dell’Azienda ospedaliero universitaria Policlinico di Catania da un’equipe multidisciplinare composta dai professori Pierfrancesco Veroux, Paolo Scollo, Massimiliano Veroux e Giuseppe Scibilia, nell’ambito di un programma sperimentale coordinato dal Centro nazionale trapianti.

Dopodichè la donna è stata seguita dall’equipe del professor Paolo Scollo presso il reparto da lui diretto di Ostetricia e ginecologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro, unità operativa complessa clinicizzata dell’Università Kore di Enna.
In ospedale la donna ha iniziato il percorso di fecondazione assistita omologa col marito, grazie agli ovociti prelevati e conservati, prima dell’intervento, nella biobanca per la preservazione della fertilità del Cannizzaro.

 

Il parto

La gravidanza è stata regolare fino alla 30esima settimana, in cui la donna ha contratto il Covid ed è stata quindi ricoverata nella sezione di Ginecologia del Cannizzaro dedicata alle pazienti positive. Successivamente si è intervenuti con un taglio cesareo.
La 37enne ha infine partorito alla 34esima settimana una bambina di 1.725 grammi, alla quale lei e il padre hanno dato il nome della donatrice dell’utero, Alessandra, una donna deceduta per arresto cardiaco improvviso e che aveva dichiarato il proprio consenso alla donazione di organi al rinnovo della carta d’identità.
La bimba è poi stata sottoposta ad una terapia antibiotica di prassi per i bimbi nati prematuri. Entrambe stanno bene.

 

Ottimismo in campo scientifico

Questa sperimentazione è ancora agli inizi, soprattutto per quanto riguarda gli interventi a partire da donatrici decedute, che sono solo il 20% dei già pochi trapianti di utero finora realizzati nel mondo. Una gravidanza con esito positivo a soli due anni dal primo trapianto è, dal punto di vista scientifico, un successo per la Rete trapiantologica italiana.

La piccola Alessandra oggi rappresenta per le donne nate prive di utero una speranza concreta di poter condurre una gravidanza, ed è l’ennesima testimonianza di come la medicina dei trapianti e la donazione degli organi siano un valore da promuovere sempre di più.

Al momento in lista d’attesa sono iscritte cinque donne. La sperimentazione italiana prevede inoltre che le donatrici siano donne decedute tra i 18 e i 50 anni ed esclude per ora la donazione da vivente.

 

Anche il Governatore Toti si congratula

Con un post Fb, il presidente di regione Liguria, Giovanni Toti, dà il benvenuto alla bimba:

"Benvenuta al mondo Alessandra!
In Italia è nata la prima bambina dopo un trapianto d'utero, il sesto caso in tutto il mondo reso possibile grazie alla nostra grande sanità. La piccola, nata a Catania, porta il nome della donatrice che le ha permesso di venire alla luce. "Mia moglie così è tornata a vivere, una parte di lei è ancora con noi", sono le parole del marito della donatrice. A quest'uomo e alla nuova famiglia va l'abbraccio di tutti noi. Dal dolore alla rinascita: in questa storia si racchiude tutta l'importanza della donazione".

 

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