Sanremo tra le tappe dei 3.740 km di camminata benefica di Mauro Mondello
Incuriositi da questa impresa abbiamo raggiunto telefonicamente il giornalista nella sua tappa nella città dei Fiori

È passato anche da Sanremo lunedì 28 luglio Mauro Mondello, il giornalista corrispondente di guerra che ha deciso di intraprendere una camminata benefica di 3740 km. Partito da Porto in Portogallo raggiungerà Messina, sua città natale.
Sanremo tra le tappe dei 3.740 km di camminata benefica di Mauro Mondello
Incuriositi da questa impresa abbiamo raggiunto telefonicamente il giornalista nella sua tappa nella città dei Fiori
Ma quando è nata l’idea di questa camminata benefica?
«L’idea è maturata anni fa. Io sono andato via dalla mia città giovane per studiare a Padova, poi sono stato a Milano, Berlino e da qualche anno sono a Porto. Come in gran parte della gente del Sud, costretta a migrare o al Nord o all’estero, il sentimento del ritorno è molto forte. Partendo da questa idea ho deciso di fare questo viaggio»
Ma perchè proprio a piedi?
«Perchè è un modo per assaporare, passo dopo passo, il viaggio di rientro»
Quando si è allenato per fare ben 3740 km?
«Praticamente nulla. Io ho partecipato a diverse mezze maratone e sono un ex rugbista a livelli abbastanza buoni, quindi diciamo che sono uno sportivo»
Quando è partito da Porto?
«Sono partito il 15 maggio»
Quando ha in previsione di arrivare a Messina?
«Dai miei calcoli intorno al 14 settembre, ma mi sono dato un lasso di tempo che va dal 14 al 27 settembre, calcolando anche eventuale imprevisti»
Dove si è fermato a dormire?
«In Portogallo e Spagna non ho avuto problemi perché ci sono molti ostelli grazie anche al Cammino di Santiago. In Francia ho avuto un pochino più di difficoltà soprattutto in Costa Azzurra in questo periodo di alta stagione. Ho appena passato il confine con l’Italia e devo dire che qui in Liguria ho avuto grande solidarietà. Avevo inviato mail ad hotel, spiegando il mio viaggio e chiedendo di poter avere una stanza per una notte a un prezzo ragionevole e devo dire che ho avuto molte risposte positive. Questo mi ha fatto molto piacere»
Quanti chilometri fa al giorno?
«Dai 30 ai 50 km
Cosa si porta in viaggio?
«Ho con me solo uno zaino da 8kg e mezzo, ma un terzo del peso è occupato dal computer che è fondamentale»
Con il lavoro che fa è riuscito a mettere su famiglia?
«No, è difficile però ho una compagna che vive a Bruxelles e che lavora per la Nato»
Come ha preso questa sua avventura?
«Non è contenta anche se mi sostiene molto. Fortunatamente in qualche tappa mi raggiungerà così riusciamo a vederci»
Come detto, il suo è un viaggio a scopo benefico. Quali sono gli obiettivi che vuole raggiungere?
«L'iniziativa si tradurrà in un aiuto tangibile attraverso il lancio di due campagne di crowdfunding dedicate, pensate per mettere in luce le realtà positive e le persone straordinarie che animano la mia Sicilia . I fondi raccolti saranno interamente devoluti a due progetti siciliani di grande impatto. Il primo è Settentrionale Sicula, un innovativo hub creativo-sociale che opera come piccola casa editrice indipendente e si dedica all'organizzazione di eventi volti a promuovere iniziative sociali cruciali, quali i diritti umani, il femminismo e il cambiamento climatico. Un esempio significativo del loro impegno è la pubblicazione di "Le Siciliane – Almanacco illustrato per giovani sognatrici", un volume che amplifica le voci di donne che hanno lasciato un segno indelebile nella storia sicilianaIl secondo beneficiario è Aitna, una promettente start-up che si concentra sulla produzione di "calze solidali". Questo progetto incarna un forte impegno verso l'inclusione sociale e la sostenibilità, con l'ambizione di stabilire un'azienda in Sicilia che impieghi esclusivamente materiali eco-sostenibili e favorisca l'occupazione di categorie socialmente svantaggiate e di lavoratori over 50. Inoltre, Aitna prevede di attivare un progetto di solidarietà legato alla vendita delle calze, generando nuove opportunità di lavoro in una regione che necessita di sostegno economico»
Come mai ha pensato alle calze?
«Per due ragioni. Uno perché è uno degli indumenti a cui nessuno pensa quando fa donazioni. Si pensa a vestiti, biancheria intima, maglie, ma nessuno alle calze. E poi perchè le calze sono indispensabili a volte nei lunghi tragitti a piedi che devono fare i migranti. E si sa, le calze si rompono spesso e quindi ce n’è davvero tanto bisogno»
Per seguire il percorso di Mondello ecco il link https://www.sitiscommesse.com/porto-milazzo/
Simona Maccaferri