L'editoriale

Scajola e la libertà di stampa. Il direttore Andrea Moggio: "Sindaco, il potere logora anche chi ce l'ha"

Scajola e la libertà di stampa. Il direttore Andrea Moggio: "Sindaco, il potere logora anche chi ce l'ha"
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La libertà di stampa, il diritto-dovere di informare, i limiti che il governo vuole imporre alla divulgazione di notizie sono argomento all'ordine del giorno. Il dibattito sta occupando da mesi le pagine dei giornali e negli ultimi giorni si è arricchito con il "Caso Striano" il finanziere che ha scaricato abusivamente notizie riservate passate poi  a un giornale in particolare, Il Domani. I cui giornalisti sono stati indagati. Nelle ultime settimane anche nella nostra provincia,  in particolare, si è registrato un fatto che ha visto protagonisti il sindaco di Imperia e presidente della provincia Claudio Scajola e un giornale online che da tempo pubblica articoli a lui sgraditi. La querelle è stata commentata su La Riviera dal direttore del nostro giornale Andrea Moggio.

Sindaco, il plebiscito è una chimera
... e il potere logora anche chi ce l’ha

Se non mi rispettano, come potranno amarmi?

Questa frase, che Commodo rivolge alla sorella Lucilla dopo aver scoperto che i suoi soldati gli hanno raccontato la frottola di aver seccato Massimo Decimo Meridio (Il Gladiatore) mi è venuta in mente in questi giorni di fiere scazzottate verbali tra il sindaco Claudio Scajola e il collega Mattia Mangraviti, direttore di Imperiapost, attento sfrucugliatore del retroterra politico-giudiziario del capoluogo.
Voglio bene a Mattia per ovvie ragioni (ha iniziato con me alla Riviera), ma non è solo questo che mi spinge a difendere il suo modo di svolgere questo mestiere. Semplicemente ha impostato il suo giornale come facevo io oltre vent’anni fa (dimostrandosi per certi versi assai più battagliero), con un comune denominatore: Claudio Scajola. Perché fare le pulci a chi detiene il potere è il sale del nostro lavoro. E loro se lo devono aspettare e abituarsi a conviverci.
L’ex ministro un po’ lo capisco, è cresciuto nel brodo politico del “potere che logora chi non ce l’ha” e - a dispetto dell’età, che consiglierebbe un approccio più paternalistico - ora teme che ogni cosa, ogni critica, ogni dissenso lo possa logorare. Ma perché?!? Gode di una maggioranza schiacciante, frutto di un risultato elettorale schiacciante, ha un’opposizione peraltro divisa, finirà il mandato a ottant’anni e fischia, quindi cos’è che scatena queste reazioni scomposte ormai sempre più frequenti? Dall’accusa al suo predecessore (l’ex presidente della Provincia Domenico Abbo) di “dire minchiate” alla plateale sceneggiata dell’estate scorsa, vittima il consigliere Ivan Bracco, fatto cacciare al party delle Vele d’Epoca, dagli scazzi con l’ex comandante della polizia municipale alle ripetute accuse rivolte ai pochi che gli esprimono dissenso. E ora gli insulti al giornalista scomodo... «Se non lo rispettano come potranno amarlo?»
Non so se, come scrive Mangraviti, il sindaco lo abbia affrontato a muso duro fuori dal consiglio comunale per dargli del «delinquente» del «bugiardo», minacciando denunce e augurandogli di essere cacciato... ma immagino di sì. Non c’è smentita. Ho visto solo un video in cui, sull’onda dell’entusiasmo, anche il suo fidato assessore Gagliano gli dava dello «scemo» urlandogli «non rompermi i coglioni» e così via. In ogni caso mi pare un atteggiamento un po’ sopra le righe.
Senza entrare nel merito dell’operato buono e giusto (o meno) della sua amministrazione, che tra le altre cose si palesa - come abbiamo più volte sottolineato - nei tanti commenti lusinghieri sotto le notizie diffuse a piene mani dalla sua abile macchina comunicativa, Scajola non può pretendere il plebiscito sempre. E’ sacrosanto non essere d’accordo. E la critica è lecita anche quando la si esprime per interessi di bottega.
Aspirare alla santificazione è legittimo, ma non lo si può certo imporre per decreto. Per decreto si possono ingrossare gli stipendi dei sodali, affinché siano ancora più sodali, si possono acquistare spazi pubblicitari solo sui giornali più graditi, si possono comprare interviste radiofoniche per raccontare quanto è bravo e bello il sindaco... Ma l’amore non si compra, dai, è figlio del mutuo rispetto, oltre che di comprensione, accoglienza e, quando è il caso, perdono.

Andrea Moggio

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