UNA SOLUZIONE

Stop acqua minerale gassata perché manca l'anidride carbonica: la Co2 può arrivare dagli allevamenti animali

Gli effluvi animali, condotti ad un impianto per la produzione di biometano liquido, consentono di liquefare l’anidride carbonica, pura al 100%, diventando utilizzabile per il mercato delle bollicine.

Stop acqua minerale gassata perché manca l'anidride carbonica: la Co2 può arrivare dagli allevamenti animali
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Aveva destato non poca preoccupazione l'annuncio improvviso da parte di Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant'Anna, il più grosso produttore europeo di acqua oligominerali, riguardo la mancanza di CO2, l'anidride carbonica necessaria per realizzare l'acqua frizzante. Una problematica che, come affermato dal numero uno di Sant'Anna, non interessa solamente la grande realtà cuneese, ma più in generale anche tutti gli altri competitors del settore: "La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione. Ho dovuto fermare la produzione dell’acqua gassata, vale il 30% della nostro produzione, poco più 1,2 milioni di bottiglie al giorno. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti". Queste le parole che avevano destato particolare turbamento, soprattutto in un periodo storico caratterizzato già da altre emergenze in corso, come quella idrica dovuta alla siccità. A placare le ansie, tuttavia, ci ha pensato Coldiretti, l'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana: per tamponare la carenza di anidride carbonica lamentata dall’industria alimentare e dal settore delle bevande gassate possono dare una grossa mano gli allevamenti animali.

Il problema: manca l'anidride carbonica per l'acqua gassata

Un'altra emergenza che si va ad aggiungere inesorabilmente a tutte le altre già in atto in questa estate 2022 particolarmente complicata. Nel corso della giornata di ieri, giovedì 7 luglio 2022, è stata resa nota la vicenda di Acqua Sant'Anna, il più grosso produttore europeo di acque oligominerali con sede nel Cuneese, ha dovuto fermare le linee di produzione dei suoi articoli gasati a causa della mancanza di CO2, l'anidride carbonica fondamentale per realizzare acqua frizzante. Queste erano state le parole di Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant'Anna, il quale ha tracciato un quadro generale di estrema difficoltà che prende in considerazione anche tutti i principali competitors del settore: "La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione. Ho dovuto fermare la produzione dell’acqua gassata, vale il 30% della nostro produzione, poco più 1,2 milioni di bottiglie al giorno. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti. La difficoltà a trovare l'anidride carbonica per prodotti alimentari si era già presentata alla fine dell'anno scorso - aggiunge Bertone - ma eravamo riusciti a tamponare quella che in questi giorni sta ripresentandosi in forma di vera emergenza, che riguarda tutti i produttori europei".

I principali gestori di CO2, afferma Bertone, hanno deciso di adottare una nuova linea aziendale destinando la produzione al comparto sanitario. Da qui la tragica sentenza del numero uno di Sant'Anna:

"Così l'acqua gasata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita".

La soluzione: la Co2 può arrivare dagli allevamenti animali

Neanche 24 ore dopo l'annuncio improvviso del presidente di Acqua Sant'Anna, una possibile soluzione al problema è stata avanzata dal distaccamento torinese di Coldiretti, l'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana. Come raccontato da Prima Torino, infatti, per tamponare la carenza di anidride carbonica lamentata dall’industria alimentare e dal settore delle bevande gassate possono dare una grossa mano gli allevamenti animali.

Quest'ultimi, infatti, conferiscono gli effluvi animali a un impianto per la produzione di biometano liquido, l’anidride carbonica viene liquefatta pura al 100% e diventa utilizzabile per il mercato delle bollicine e della conservazione dei cibi sottovuoto.

"Con la diffusione di biodigestori di nuova generazione – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – gli allevamenti da 'problema ambientale' diventano addirittura risorsa energetica e industriale. Un settore importantissimo su cui occorre indirizzare risorse del PNRR e che toglie argomenti a chi, strumentalmente, accusa l’agricoltura di inquinare l’aria più del settore dei trasporti e dell’industria".

L'impianto di Candiolo

È il caso del moderno impianto di Candiolo, alle porte di Torino, costruito dalla cooperativa Speranza, che raggruppa allevatori di bovini della zona sud della provincia di Torino. Qui, annesso all’allevamento di frisone dell’azienda Vanzetti, a pochi chilometri da Torino, alle porte del parco di Stupinigi, i soci della cooperativa conferiscono le deiezioni di oltre 2.500 bovini, suddivisi in 45mila tonnellate di liquami e 14mila tonnellate di letame l’anno. Con l'aggiunta di colture dedicate da secondo raccolto in misura inferiore al 50% grazie ai processi di digestione e separazione si arriva a produrre metano che presenta una purezza superiore al metano fossile. Il metano viene liquefatto a rigide temperature per diventare Gas naturale liquefatto trasportabile e puro al 99%. Però, prima di produrre metano, nel processo di refrigerazione il bioreattore di Candiolo separa proprio l’anidride carbonica. Anche questa viene liquefatta, a temperature intorno ai -40 gradi, rendendola così priva di impurità e trasportabile con cisterne. Una fornitura inaugurata appena nel 2021. Da questo processo, rimane il digestato, cioè concime maturo e utilizzabile per interramento nei campi, riconosciuto dall’agricoltura biologica.

Aveva destato non poca preoccupazione l'annuncio improvviso da parte di Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant'Anna, il più grosso produttore europeo di acqua oligominerali, riguardo la mancanza di CO2, l'anidride carbonica necessaria per realizzare l'acqua frizzante. Una problematica che, come affermato dal numero uno di Sant'Anna, non interessa solamente la grande realtà cuneese, ma più in generale anche tutti gli altri competitors del settore:

"La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione. Ho dovuto fermare la produzione dell’acqua gassata, vale il 30% della nostro produzione, poco più 1,2 milioni di bottiglie al giorno. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti".

Queste le parole che avevano destato particolare turbamento, soprattutto in un periodo storico caratterizzato già da altre emergenze in corso, come quella idrica dovuta alla siccità. A placare le ansie, tuttavia, ci ha pensato Coldiretti, l'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana: per tamponare la carenza di anidride carbonica lamentata dall’industria alimentare e dal settore delle bevande gassate possono dare una grossa mano gli allevamenti animali.

Un'altra emergenza che si va ad aggiungere inesorabilmente a tutte le altre già in atto in questa estate 2022 particolarmente complicata. Nel corso della giornata di ieri, giovedì 7 luglio 2022, è stata resa nota la vicenda di Acqua Sant'Anna, il più grosso produttore europeo di acque oligominerali con sede nel Cuneese, ha dovuto fermare le linee di produzione dei suoi articoli gasati a causa della mancanza di CO2, l'anidride carbonica fondamentale per realizzare acqua frizzante.

Queste erano state le parole di Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant'Anna, il quale ha tracciato un quadro generale di estrema difficoltà che prende in considerazione anche tutti i principali competitors del settore:

"La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione. Ho dovuto fermare la produzione dell’acqua gassata, vale il 30% della nostro produzione, poco più 1,2 milioni di bottiglie al giorno. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti. La difficoltà a trovare l'anidride carbonica per prodotti alimentari si era già presentata alla fine dell'anno scorso - aggiunge Bertone - ma eravamo riusciti a tamponare quella che in questi giorni sta ripresentandosi in forma di vera emergenza, che riguarda tutti i produttori europei".

I principali gestori di CO2, afferma Bertone, hanno deciso di adottare una nuova linea aziendale destinando la produzione al comparto sanitario. Da qui la tragica sentenza del numero uno di Sant'Anna:

"Così l'acqua gasata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita".

La soluzione: la Co2 può arrivare dagli allevamenti animali

Neanche 24 ore dopo l'annuncio improvviso del presidente di Acqua Sant'Anna, una possibile soluzione al problema è stata avanzata dal distaccamento torinese di Coldiretti, l'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana. Come raccontato da Prima Torino, infatti, per tamponare la carenza di anidride carbonica lamentata dall’industria alimentare e dal settore delle bevande gassate possono dare una grossa mano gli allevamenti animali.

Quest'ultimi, infatti, conferiscono gli effluvi animali a un impianto per la produzione di biometano liquido, l’anidride carbonica viene liquefatta pura al 100% e diventa utilizzabile per il mercato delle bollicine e della conservazione dei cibi sottovuoto.

"Con la diffusione di biodigestori di nuova generazione – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – gli allevamenti da 'problema ambientale' diventano addirittura risorsa energetica e industriale. Un settore importantissimo su cui occorre indirizzare risorse del PNRR e che toglie argomenti a chi, strumentalmente, accusa l’agricoltura di inquinare l’aria più del settore dei trasporti e dell’industria".

 

L'impianto di Candiolo

È il caso del moderno impianto di Candiolo, alle porte di Torino, costruito dalla cooperativa Speranza, che raggruppa allevatori di bovini della zona sud della provincia di Torino. Qui, annesso all’allevamento di frisone dell’azienda Vanzetti, a pochi chilometri da Torino, alle porte del parco di Stupinigi, i soci della cooperativa conferiscono le deiezioni di oltre 2.500 bovini, suddivisi in 45mila tonnellate di liquami e 14mila tonnellate di letame l’anno.

 

Con l'aggiunta di colture dedicate da secondo raccolto in misura inferiore al 50% grazie ai processi di digestione e separazione si arriva a produrre metano che presenta una purezza superiore al metano fossile. Il metano viene liquefatto a rigide temperature per diventare Gas naturale liquefatto trasportabile e puro al 99%.

Però, prima di produrre metano, nel processo di refrigerazione il bioreattore di Candiolo separa proprio l’anidride carbonica. Anche questa viene liquefatta, a temperature intorno ai -40 gradi, rendendola così priva di impurità e trasportabile con cisterne. Una fornitura inaugurata appena nel 2021. Da questo processo, rimane il digestato, cioè concime maturo e utilizzabile per interramento nei campi, riconosciuto dall’agricoltura biologica.

Basso impatto ambientale

L’allevamento, con questi processi, non solo non inquina più ma diventa addirittura produttore di materie prime non alimentari di cui c’è una carenza estrema:

  • il concime (non a caso la lobby della chimica osteggia la diffusione dei biodigestori),
  • il metano per produrre energia elettrica o per autotrazione,
  • l’anidride carbonica per caricare estintori, per uso medicale, per il ghiaccio secco, per il raffreddamento dei server e dei computer e, appunto, per le bollicine delle bevande gassate.

"Quando abbiamo avviato la progettazione dell'impianto per la produzione di BioLNG e ci hanno prospettato la possibilità di separare anche la CO2 biogenica abbiamo subito voluto installare questo modulo - dichiara Marco Vanzetti, titolare, con i familiari, della Vanzetti Holstein e socio della Coop Speranza - Dopo le fasi iniziali, la nostra CO2, che ha standard di purezza superiori a quelli alimentari, è sempre stata richiesta, e negli ultimi mesi, è quasi completamente destinata alla produzione di bibite gassate. Solo alcuni carichi vengono destinate tramite il nostro partner SiCo a Finmeccanica per l'uso nelle saldature di precisione".

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