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Uno studio sui "giardini storici" della Città dei Fiori

Il botanico Claudio Littardi ha ricercato gli spazi che hanno reso famosa Sanremo nella Belle Époque

Uno studio sui "giardini storici" della Città dei Fiori
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Nel periodo della Belle Époque a Sanremo si coltivavano almeno 513 specie di piante diverse, appartenenti ad oltre 108 famiglie vegetali, provenienti da tutto il mondo: Asia 26%, Africa 17%, America Centrale 16%, Sud America 15% Australia 11%, Europa 10%, Nord America 5%. L’interesse per le piante di Sanremo era grande e si organizzavano escursioni botaniche per appassionati. Un interessante studio sui giardini (e il loro patrimonio arboreo) sanremesi, fra fine Ottocento e la Prima Guerra Mondiale, è stato portato a termine dal botanico Claudio Littardi.

 

Uno studio sui "giardini storici" della Città dei Fiori del botanico Claudio Littatrdi

Tra i vari commenti sui giardini di Sanremo, su una guida tedesca del primo ‘900 si leggeva: "...è come se tutte le zone del mondo avessero mandato le loro più belle piante per trasformare la costa ligure in una eterna primavera, sempre fiorita e profumata, come se le piante e i fiori più belli si fossero riuniti qui...".
Si trattava in prevalenza di giardini d’acclimatazione, dove i proprietari, solitamente appassionati di botanica, raccoglievano le piante provenienti dai più lontani continenti.

«La guide turistiche per stranieri - spiega lo studioso - esordivano con 'Benvenuti a Sanremo, città dei giardini e della mondanità …'. Decantavano una città che si distingueva dalle altre stazioni invernali europee e d’oltremare per ricchezza e molteplicità delle piante coltivate. A San Remo il litorale aveva più le sembianze di un paese orientale che di una costa europea. Disponiamo di documenti che narrano di comitive che, a fine ‘800, partivano dalla Germania per vedere, a Sanremo, le belle palme e alberi dei paesi tropicali».

«Erano - chiarisce Littardi - giardini esuberanti, lontani dalle rigide geometrie del giardino all’italiana. Un aspetto riconosciuto anche dal celebre botanico E. Sauvaigo, che ad un congresso internazionale (1892) descrisse Sanremo come una incantevole località, citando Villa Patrone (oggi Villa Nobel), Castello Marsaglia e Villa Zirio».

Il grande artefice di questo successo, insieme alla bravura e passione dei giardinieri, era il clima. Molti inglesi erano entusiasti nel vedere crescere lungo le strade il Fico d’India, e i caratteristici frutti, conosciuti e apprezzati a Londra.

 

A Sanremo esistono ancora molte preziose tracce di questo straordinario patrimonio del passato. Ancora Littardi:

«Abbiamo ricercato i vecchi giardini, alcuni sono scomparsi, di altri abbiamo solo pochi frammenti e le piante della Belle Époque rimaste sono poche. Due guerre e profonde trasformazioni urbanistiche e socioeconomiche hanno compromesso il vecchio patrimonio arboreo dell’800. Nonostante tutto Sanremo è rimasta ancora una città giardino e conserva ancora una straordinaria ricchezza di piante esotiche acclimatate. In questo contesto dobbiamo riconoscere al comune il grande merito di aver acquisito al patrimonio giardini un tempo privati come Villa Ormond, Villa del Sole, Villa Zirio, Angerer, Parco Marsaglia, Villa Nobel, Quisisana e salvato così importanti patrimoni storici e botanici».

Marco Corradi

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Il botanico Claudio Littardi

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I giardini storici di Sanremo

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I giardini storici di Sanremo

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