Zefiro Sea Lab: l'eco-progetto in barca a vela
A caccia di microplastiche nel Mediterraneo. Le interviste ai protagonisti
È stato presentato stamane, nella Sala degli Specchi di Palazzo Bellevue, il progetto Zefiro Sea Lab.
Presentato il progetto Zefiro Sea Lab
Zefiro Sea Lab, in collaborazione anche con il Politecnico di Torino e il Liceo Cassini, patrocinato dal Comune di Sanremo, consiste in un viaggio nel Mediterraneo per analizzare lo stato di salute delle acque, monitorare le concentrazioni di microplastiche e studiare le correnti che ne producono gli spostamenti.
Presenti alla conferenza l'assessore all'ambiente di Sanremo, Sara Tonegutti, gli ideatori del progetto, la consulente ambientale Federica Masnata e Fabrizio Zandonatti, rappresentante dello sponsor Dimensione Ambiente Spa, la professoressa del liceo Lia Motta, e il Presidente di Amaie Energia Andrea Gorlero.
Il progetto, come spiegano gli ideatori, nasce dalla pandemia Covid, che ha mostrato come la salute della nostra specie sia legata a doppio filo dalla salute del pianeta.
La barca dello Zefiro Sea Lab
Il progetto prende il nome dalla barca a vela impiegata per il progetto, a ridotto impatto ambientale, una Jeanneau Sun Odissey 449, al momento ormeggiata a Portosole. L'equipaggio consiste in tecnici di laboratorio, ingegneri, chimici armati con gli strumenti per il campionamento. Il natante è anche dotato di un sistema di raccolta rifiuti, per "sanificare" le acque in cui naviga. La nave partirà a novembre per i primi campionamenti per stabilire il "punto zero". Il campionamento sarà effettuato presso l'Isola di Capraia, nelle acque della quale si registra una forte concentrazione, a causa delle correnti, di microplastiche. Le microplastiche stimate nel Mediterraneo ammonterebbero a oltre un miliardo di tonnellate.
Una tonnellata di plastica in eredità
"Si stima -ha spiegato la dottoressa Federica Masnata- che dal boom economico degli anni Settanta l'uomo abbia prodotto 9 miliardi di tonnellate di polimeri. È come se ognuno di noi avesse, in eredità, una tonnellata di plastica. È incredibile. Bisogna fare qualcosa -ha concluso- perché ormai è già tardi".
"Cambiare il metodo di produzione"
Smettere si produrre cose che non possono essere recuperate -questo il monito di Fabrizio Zandonatti. Come pensate, le uova di Pasqua, che non sono recuperabili in toto. Gran parte delle plastiche che produciamo è progettata per avere qualche minuto di vita. Bisogna cambiare il metodo di produzione.
Verso il fotovoltaico
"Ci è stato chiesto di predisporre una linea dedicata al Porto di Sanremo -ha detto il presidente Gorlero-. Non potevamo tirarci indietro e daremo il nostro contributo a questa importante iniziativa. Le occasioni, con il Pnrr si sprecano, anche con il trattato del Quirinale di collaborazione con la Francia. Siamo una società che svolge attività industriale, dalla produzione di energia alla gestione territoriale. Ci rendiamo conto del ruolo che svolgiamo nel campo dell'ambiente. In primis il discorso della produzione di energia rinnovabile. Siamo impegnati nell'idroelettrico, a breve, con il Pnrr entreremo pesantemente con il fotovoltaico".
Davide Izetta